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6 maggio 2021 | 10:03
INCHIESTA CON IL DR.CARLO ALFARO
Domande dei lettori di Positanonews sul Covid-19
Con tutte queste varianti non capiamo più nulla! (Tania)
Le varianti sono state distinte dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in “Voc” (Variant of concern) cioè di maggiore impatto, e sono le cosiddette inglese, brasiliana e sudafricana, e “Voi” (Variant of interest), cioè da tenere sotto osservazione, come la nuova variante brasiliana, la nigeriana, l’indiana. Secondo l’ultima indagine dell’Iss e Ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, la prevalenza sul territorio nazionale della variante inglese è attualmente all’91,6% dei casi, della brasiliana al 4%. Queste varianti non sono più gravi ma più facilmente trasmissibili. Ad esempio la variante inglese ha una capacità di contagio di circa il 40%-70% maggiore rispetto al “wild-type”, ceppo selvaggio originario di Wuhan. Riguardo al rischio di infezione nei guariti o vaccinati, la variante sudafricana sarebbe molto più resistente di quella inglese agli anticorpi di chi è guarito o vaccinato. Fa paura ora la variante indiana, che per la sua elevata infettività sta creando una fase molto grave dell’epidemia in India. Qualche caso è già stato segnalato nel nostro Paese.
Ci avviamo finalmente verso la fine della pandemia? (Gaetano)
L’Organizzazione mondiale della sanità, Oms, ha annunciato che i nuovi casi, i ricoveri e i decessi diminuiscono, grazie alla combinazione di vaccini e misure di controllo sulla popolazione (distanziamento, mascherine, igiene delle mani). Con il Decreto Riaperture, a partire dal 26 aprile, anche l’Italia, dove il trend dell’epidemia è in riduzione, cerca di avviarsi verso una nuova fase di convivenza con il Covid-19, tra graduale ripresa delle attività economiche e sociali e rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia.
Cosa sono le “certificazioni verdi Covid-19” e chi le rilascia? (Maria)
E’ un certificato che comprova lo stato di avvenuta vaccinazione (rilasciato da parte del servizio vaccinale regionale) o la guarigione dall’infezione (da parte del reparto di cura o del medico di famiglia), entrambi valevoli per 6 mesi, o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico con risultato negativo (rilasciato dalla struttura che lo ha effettuato), che è valido per 48 ore.
Il certificato ha valore in tutti gli Stati membri dell’Unione europea e serve per spostarsi.
Mia madre doveva essere operata di calcoli alla colecisti, da che c’è la pandemia è oltre un anno che non la chiamano (Matteo).
Purtroppo è un fatto comune. Il 49esimo Instant Report Covid dell’Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica) ha calcolato che solo durante la prima ondata pandemica, tra marzo e giugno 2020, i ricoveri ospedalieri non effettuati e rimandati a data da destinarsi o persi sono stati oltre 1 milione, così come sono andati in fumo oltre il 60% dei Day Hospital.
Ora piano piano dovrebbe riprendere tutto.
Sono molto incerta se fare il vaccino anti-Covid. Ho 36 anni non dovrei rischiare tanto col Covid, ho più paura degli effetti collaterali del vaccino, sinceramente (Sara).
Secondo il terzo Rapporto dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, i tre vaccini anti-Covid finora usati in Italia, Pfizer, Moderna e Astrazeneca sono risultati sicuri.
La maggior parte delle segnalazioni sono relative ad effetti avversi noti, non gravi e passeggeri, lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo.
Si tratta per lo più di febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi, malessere, nausea. I casi di eventi tromboembolici con trombocitopenia dopo Astrazeneca sono in corso di studio da parte del “Gruppo di Lavoro per la valutazione dei rischi trombotici da vaccini anti-COVID-19”, costituito da alcuni dei massimi esperti nazionali di trombosi ed emostasi.
Sono una ragazza di 27 anni, ho timore di fare il vaccino Astrazeneca quando sarà il mio turno per via degli effetti trombotici, posso rifiutarlo? (Lina)
L’Italia ha deciso di somministrare AstraZeneca dai 60 agli 80 anni e quindi non dovrebbe toccarti questo vaccino. Comunque il vaccino Vaxzevria, della AstraZeneca, presenta un ottimo profilo di efficacia e sicurezza nonostante la percezione negativa che si è diffusa su di esso.
Teniamo presente che ammalarsi di Covid-19 comporta un rischio molto maggiore di trombosi venosa rispetto alle vaccinazioni.
Sono un’insegnante di 46 anni. Si avvicina la data del richiamo del vaccino Astrazeneca, dopo la prima dose ho avuto febbre e dolori alle ossa per alcuni giorni. Sarei tentata di non farla. Ho letto che una certa protezione ci sta anche dopo una sola dose (Lucia).
Ma è una protezione non completa e potrebbe diminuire rapidamente senza un richiamo. Al momento in Italia si è scelto di somministrare regolarmente la seconda dose di Astrazeneca, anche ai minori di 60 anni, in linea con quanto stabilito nell’ultima revisione dell’Ema (Agenzia europea dei medicinali).
Sono una nonna di quattro nipotini e non so più a chi credere. E’ vero che i bambini sono più forti contro il Covid-19? (Ornella)
Un’indagine dell’Ospedale Bambin Gesù ha appena concluso che i bambini reagiscono al virus in modo più efficace dal punto di vista immunitario e di conseguenza lo superano più facilmente. Ne consegue anche minore capacità infettiva per più bassa carica virale. Almeno sotto i 10 anni, mentre gli adolescenti, in base ad altri studi, potrebbero diffondere l’infezione come gli adulti.
Ho due bambini di 12 e 7 anni che da un anno non riesco più a controllare sull’alimentazione: stando tanto tempo in casa spiluccano continuamente qualcosa (Giovanna).
Sì lo dicono tutti gli studi, la pandemia tra gli effetti indiretti ha aumentato errori alimentari, sovrappeso/obesità, sedentarietà di bambini e ragazzi. E’ importante fare sempre scelte di qualità nella proposizione del cibo, avendo a mente i criteri del mangiar bene e sano, secondo l’ispirazione della cultura alimentare mediterranea.
Ho avuto il Covid-19 a ottobre, in forma non grave, quando i miei nipoti frequentarono la scuola. Ho 63 anni. Ora dopo 5 mesi non mi sento ancora in forma come prima. Non so più cosa pensare (Anna).
Il “Long Covid” interesserebbe dal 10% al 20% di tutti i pazienti, ma fino all’80% di chi ha avuto una malattia grave. Colpisce di più le donne e le persone con più di 50 anni. I sintomi possono essere i più vari, malesseri fisici e psichici. Quelli della sfera psicopatologica possono rientrare più nella “sindrome da stress post-traumatico”.
E’ vero che le persone con gruppo sanguigno zero sono più resistenti al Covid? (Gerardo)
No, il gruppo sanguigno non influisce sulla suscettibilità o gravità della malattia, secondo uno studio condotto in USA che ha preso in esame oltre 100.000 casi.