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Positano, morte sul lavoro: celebrato il secondo grado di giudizio. Inviati agli atti alla Procura, aperto un nuovo fascicolo

7 maggio 2021 | 17:40
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Positano, morte sul lavoro: celebrato il secondo grado di giudizio. Inviati agli atti alla Procura, aperto un nuovo fascicolo

Celebrato il secondo grado di giudizio innanzi la corte d’appello di Salerno del processo a carico dell’imprenditore condannato in  primo  grado per la morte dell’operaio Celentano Angelo che lavorava all’impacchettamento delle tende sulla terrazza dell’Hotel San Pietro il 30.10.2013.

In data martedì 4 maggio u. s.  si è tenuta presso la Corte di Appello di Salerno – Collegio A-, a seguito di gravame dello stesso imputato, l’udienza del processo d’appello a carico dello Iaccarino Gennaro, condannato in primo grado per la morte del suo dipendente, sig. Angelo Celentano, occorsa sulla terrazza dell’hotel San Pietro in Positano (SA), mentre lo stesso era intento ad impacchettare le tende da sole che vanno riposte ogni anno, al termine della stagione estiva.

Come affermato nella sentenza, appunto oggetto di gravame, resa dal Giudice di prime cure del Tribunale di Salerno, – II Sez. Monocratica- dott.ssa Cioffi, anche a seguito delle richieste  formulate dall’avvocato Aldo Avvisati, del foro di Torre Annunziata (NA), difensore di due Sindacati, costituitisi parti civili nel processo, il Celentano trovava la morte mentre eseguiva l’attività d’impacchettamento del tendaggio in  modalità pericolosa  su di una scala non idonea per l’attività che stava compiendo,  ad un’altezza di oltre 3 mt dal piano di calpestio rappresentato dalla terrazza, senza i presidi e  le dovute procedure di sicurezza normativamente previste nei casi di specie proprio a tutela e salvaguardia della salute/incolumità della vita del lavoratori.

Sempre in sentenza di primo grado è stato dichiarato, oltre all’aspetto del rischio per l’esecuzione dei lavori in quota, negletto, con conseguente violazione dell’art. 113, comma 5 e 6 del D.lgs. 81/08,   anche quello del pericolo di caduta dall’alto, dal momento che la terrazza, luogo del mortale infortunio, è situata a precipizio su di una scogliera a mare sottostante una cinquantina di mt. dalla terrazza stessa.

All’Udienza tenutasi innanzi la Corte di Appello di Salerno erano presenti, per le parti civili già costituite, gli avvocati Aldo Avvisati, anche per delega dell’avv. D. Di Criscio, appunto quale procuratore dei Sindacati, CGIL e FILLEA CGIL e  l’avv. Castellucci per l’INAIl,  ed i difensori dell’imputato appellante avvocati Lentini e Cappiello .

Questi ultimi, producevano certificato di morte intervenuta medio tempore dopo la proposizione del gravame del loro assistito e chiedevano dichiararsi l’estinzione del processo nonchè la caducazione delle statuizioni civili.

La Procura Generale presso la Corte di Appello di Salerno rappresentata dal dott. Sessa, preso atto della morte dello Iaccarino, non si opponeva alla declaratoria di estinzione, ma chiedeva la conferma delle statuizioni civili di cui alla sentenza impugnata.

L’avv. Aldo Avvisati nell’interesse dei propri assistiti faceva proprie le richieste già espresse dalla Procura generale, chiosando per la conferma delle statuizioni civili di cui alla sentenza impugnata..

La Corte d’Appello di Salerno, preso atto della morte del ricorrente alla luce del certificato prodotto, uniformandosi alla giurisprudenza prevalente, ha definito il processo pronunciato dispositivo di sentenza “di estinzione del reato per morte del reo e caducazione delle statuizioni civili  dal momento che la morte dell’imputato, intervenuta prima dell’irrevocabilità della sentenza, comporta la cessazione sia del rapporto processuale in sede penale che del rapporto processuale civile inserito nel processo penale, con la conseguenza che le eventuali statuizioni civilistiche restano caducate “ex lege” (ex plurimis Cass. pen. Sez. II, sent. 26-04-2021, n. 15596).

Ma vi è da dire che le vicende giudiziarie relative alla tragica morte sul lavoro del Celentano non sono terminate con questa pronuncia appena citata.

Infatti, Il Giudice Monocratico del Tribunale di  Salerno, nella sentenza di 1° grado oggetto del gravame definito per le condizioni indicate, oltre a statuire la condanna dello Iaccarino Gennaro, in accoglimento delle argomentazioni e delle richieste avanzate dall’avvocato Aldo Avvisati, difensore, come indicato dei Sindacati costituiti p.c., che delineava responsabilità nell’occorso incidente sul lavoro, avvenuto all’interno dell’Hotel San Pietro, anche dei soggetti che ricoprivano funzioni apicali nell’organigramma della sicurezza dello stesso Hotel, del resto, quest’ultima, azienda committente del lavoro di impacchettamento delle tende alla ditta dello Iaccarino,  ha ritenuto di inviare gli atti (la sentenza, il fascicolo del dibattimento ed ogni elemento di prova raccolta durate l’istruttoria del processo) alla competente Procura affinchè valutasse la sussistenza nell’occorso di responsabilità a carico di ulteriori soggetti.

A  seguito di tale rimessione la Procura di Salerno ha aperto ulteriore fascicolo processuale che , a seguito delle esperite indagini, ha portato al rinvio a giudizio di uno dei proprietari dell’Hotel San Pietro, il sig. E. C. detto C., nella sua qualità di datore di lavoro, e del sig. A. N., quale responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dello stesso Hotel all’epoca dell’infortunio mortale. Il relativo processo è in corso.

Salerno/Torre Annunziata, lì 06.05.2021

avv. Aldo Avvisati

spec. in diritto dell’Ambiente e Sicurezza sui luoghi di lavoro