Sant’Agnello, Housing Sociale: sindaco, giunta e tecnici nell’inchiesta dell’abusivismo al posto dell’agrumeto
Il complesso immobiliare di «housing sociale» nel cuore di Sant’Agnello resta sotto sequestro perché fu una lottizzazione abusiva, realizzata in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie. Per questo motivo, anche il sindaco Piergiorgio Sagristani rischia il processo insieme a tutta la giunta che approvò le delibere che diedero il via al rilascio dei permessi a costruire in una zona dove sarebbe stato possibile costruire solo su iniziativa pubblica case popolari per il recupero di aree degradate.
Ma siamo a Sant’Agnello, nel cuore della Penisola Sorrentina, e in quel terreno di via Monsignor Bonaventura Gargiulo dove sono stati realizzati 53 appartamenti, 67 box e diversi locali commerciali prima c’era un agrumeto. Inoltre, secondo l’accusa, la realizzazione del complesso edilizio abusivo è avvenuta anche grazie ad un vero e proprio «depistaggio» delle indagini. Lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e falso sono i reati contestati a vario titolo a quindici persone, indagate dalla Procura di Torre Annunziata procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Pierpaolo Filippelli, sostituto Andreana Ambrosino e raggiunte ieri mattina da un avviso di chiusura indagini preliminari. Gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie scritte o chiedere un interrogatorio per spiegare le proprie ragioni, altrimenti la Procura procederà con la successiva richiesta di rinvio a giudizio.
Insieme al sindaco Sagristani, che ripone «massima fiducia nella magistratura», sono indagati gli assessori della sue ultime due giunte, che hanno votato a favore di alcune delibere «attestando falsamente la regolarità» del progetto di housing sociale. E dunque ci sono gli attuali assessori Attilio Massa, Maria De Martino e Pasquale Esposito, con quest’ultimo che compare già negli atti deliberati dalla giunta Sagristani nel 2014 insieme agli ex assessori Chiara Accardi, Giuseppe Gargiulo e Antonino Castellano. Indagati anche tre dipendenti comunali: si tratta di Francesco Ambrosio, responsabile dell’Ufficio Tecnico, Raffaele Palomba, tecnico del servizio edilizia privata, e di Pietro Iaccarino, responsabile del procedimento paesaggistico. Chiuse le indagini anche per i quattro indagati iniziali, cioè il progettista Antonio Elefante, ingegnere titolare della «Saec srl» (che ha redatto quel progetto) già coinvolto in inchieste delicate come quella dell’ex area Cirio di Castellammare di Stabia, e Massimiliano Zurlo, che si sono avvicendati nel ruolo di amministratore della «SHS srl», società titolare dei permessi a costruire, nonché Danilo Esposito e Francesco Gargiulo, responsabili della ditta «New Electra» che poi ha realizzato materialmente i lavori.
Ruolo particolare, secondo l’accusa, è stato rivestito da Paola De Maio, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Meta. Dopo una prima denuncia e l’apertura di un’inchiesta sulla questione housing sociale, era stata nominata ausiliario di polizia giudiziaria dai carabinieri della compagnia di Sorrento nel 2017, ma nella sua relazione sul rilascio dei titoli edilizi aveva redatto una falsa attestazione. In pratica, nelle sue conclusioni attestava che tutto era «regolare», dando il via libera anche agli interventi di housing sociale di via Santa Lucia e via Atigliana a Sorrento, poi bocciati da Tar e Consiglio di Stato. La questione housing sociale si avvia, dunque, verso il processo con reati contestati che vanno dal 2014 il 17 ottobre fu approvata la prima delibera per il piano urbanistico attuativo (pua) del comparto edilizio di housing sociale fino al 19 febbraio 2020, data del sequestro del complesso immobiliare. A quel processo, i 53 promissari acquirenti che hanno acceso mutui per realizzare il sogno di una vita potranno costituirsi parte civile. Nel frattempo, resteranno senza quelle case che, in caso di condanna, saranno confiscate e abbattute.