
Paese più colpito in assoluto dalla pandemia di COVID-19 sono gli Stati Uniti d’America, al primo posto sia per infezioni (33,6 milioni) che per decessi (603mila). A causa della diffusione del patogeno, negli USA l’aspettativa di vita tra il 2018 e il 2020 è crollata di 1,87 anni, ben 8,5 volte in più rispetto a quanto registrato negli altri Paesi ad alto reddito.
Attualmente la situazione epidemiologica è comunque in significativo miglioramento grazie alla campagna vaccinale, che ha abbattuto contagi, ricoveri in ospedale e morti.
Secondo la mappa delle vaccinazioni di Our World in Data, negli USA sono state somministrate ben 322 milioni di dosi di vaccino anti Covid e 152 milioni di persone risultano totalmente immunizzate (46,4 percento della popolazione), ciò ha fatto passare i decessi dai picchi di oltre 4mila vittime quotidiane di fine gennaio ai 100 degli ultimi giorni. Le persone che stanno morendo per COVID-19 negli USA in questo momento, inoltre, hanno quasi tutte una cosa in comune: non sono vaccinate.
A preoccupare gli scienziati statunitensi sono soprattutto i numeri significativi di persone che non intendono vaccinarsi, che in alcune contee stanno rappresentando un vero e proprio rischio per la salute pubblica. Se è vero che in alcune di esse si è prossimi al 100 percento della copertura vaccinale, in altre si è toccato solo lo 0,1 percento; ciò significa che il coronavirus – e le sue varianti – può continuare a circolare liberamente, diffondersi e mutare in queste aree, dando vita a nuovi lignaggi potenzialmente in grado di eludere ulteriormente l’efficacia dei vaccini, come parzialmente dimostrato dalla variante Delta (ben contrastata solo con due dosi).
I numeri evidenziati dalla Associated Press evidenziano comunque l’estrema efficacia dei vaccini, che gli esperti continuano a raccomandare fortemente a tutte le persone idonee.