Fondazione Ravello, chi ci vorrà più mettere la faccia?
Poiché la redazione di Positanonews non è dotata di sfere di cristallo, possiamo dire che la previsione che facevamo con la nostra anteprima sugli scenari della Fondazione Ravello, poi rivelatesi vere e cncrete, erano solo frutto del ragionamento e della conoscenza dei protagonisti. Scrivevamo: “se si fosse trattato di una banale questione di forma, la soluzione di sicuro si sarebbe potuta trovare velocemente, tenuto conto della quantità e qualità dei giuristi che ingolfano gli Organi dell’attuale Fondazione”.
A leggere il comunicato della Fondazione, sembrerebbe che per forma e sostanza tutto il polverone e le conseguenze sarebbero frutto del fatto che Scurati non avrebbe tenuto conto delle procedure dettate dallo statuto e dalle leggi.
Senza voler offendere nessuno, e men che meno le nostre intelligenze e quelle dei lettori, ci permettiamo di far notare che il comunicato della Fondazione dice cose molto diverse da quelle immortalate nella diretta del Governatore De Luca che sta facendo parlare l’Italia. E allora?
Dopo i vari colpi di scena e i fiumi di elogi e rivendicazioni di paternità, che il nome di Scurati aveva fatto esplodere, oggi si pretende di ammansire tutto e tutti così?
Un paese oramai macchiato indelebilmente da titoli negativi, e balzato prepotentemente agli onori della cronaca NAZIONALE, deve subire ancora affronti e violenze?
Non ci pare da meno il comunicato del gruppo Insieme Per Ravello. Dopo anni di silenzio strategico e abigliamento mimetico su tutti i problemi gravi e i momenti topici che il paese ha vissuto intorno e per la Fondazione Ravello , oggi con uno sproloquio contro il caproespiatorio unico e solito in chiave elettoralistica, si pretende di erigersi a censori e vergini? Suvvia la politica è altra cosa, e lo diciamo a tutti gli attori coinvolti; la politica è innazitutto tutela e perseguimento dell’interesse pubblico, non contumelie e attacchi ad personam, o difesa dell’orticello elettorale.
Tutti vedono una Ravello e una Costiera sotto scacco e nessuno si vuole cimentare in un’analisi corretta e compiuta?
Non spetta ad un giornale nè attaccare nè difendere gruppi e persone, ma oggi vediamo solo un enorme quantità di bordate e attacchi ad un bersaglio incolpevole e impotente, Ravello, senza poter distinguere il fuoco amico da quello nemico.
Abbiamo letto con gioia proclami di ripartenza e assicurazioni di stabilità per il rilancio di una delle terre più martoriate dalla pandemia; un paese che vive per l’80% del suo fatturato di turismo straniero, la chiusura delle frontiere ha avuto effetti devastanti; oggi leggiamo concetti e principi che con questa terra nulla hanno a che vedere: CHI METTE I SOLDI COMANDA. Un principio che neppure in economia può essere scontato, figuriamoci se si tratta di CULTURA, senza considerare che si parla di soldi pubblici provenienti quasi esclusivamente da fondi europei.
Abbiamo provato a sentire il nostro amico e collaboratore il dr. Secondo Amalfitano sui fatti che stanno rovinando le prime giornate di calura e free zone; la sua risposta è stata laconica: “Caro Direttore se vuoi sentirmi parlare della “Fondazione Ravello” e dei suoi primi venti anni di vita, sono a tua totale disposizione; se mi chiedi dell’organismo attuale posso solo dire che per quanto mi è dato sapere, trattasi di un caso di mera omonimia con la Fondazione Ravello che io progettai e realizzai con l’aiuto di tantissime persone oneste e con la mente sgombra da patologie psichiatriche, del quale nulla so e nulla voglio sapere.”
indubbiamente a leggere le cifre, i dati, le rassegne stampa, gli statuti, i nomi, etc.etc. non ce la sentiamo di dargli torto.
La domanda che ci sorge spontanea oggi, è: CHI VORRA’ ANCORA METTERE IL SUO NOME E LA SUA FACCIA DIETRO IL LOGO DI QUESTA ORGANIZZAZIONE, DOPO LE BRUTTISSIME PAGINE CHE SI STANNO SCRIVENDO E DOPO CIRCA SEI ANNI DI ARRETRAMENTO CONTINUO E COSTANTE?
Mai come ora speriamo di essere smentiti al più presto, ma la vediamo brutta.