Giovedì a Positano torna la grande danza con “I paesaggi interiori di Alice” di Alessandra Sorrentino

Positano (SA) – Da poco si sono spenti i riflettori sulla straordinaria rassegna libraria “Positano Racconta” diretta da Nicola Lagioia e promossa dalla “Fondazione De Sanctis”, voluta fortemente dal neosindaco Giuseppe Guida come segno di continuità e attenzione alla cultura che aveva segnato la precedente amministrazione a guida Michele De Lucia, che possiamo annunciarvi un nuovo evento degno, è il caso di scriverlo, della città più amata da Léonide Massine, “I paesaggi interiori di Alice” (Primo Viaggio) per la regia di Alessandra Sorrentino, danzatrice classica e contemporanea professionista, autrice e regista di Performance Art sperimentali, che vanta vittorie in concorsi internazionali e nazionali di videodanza, tra questi mi piace ricordare il “Coreografo elettronico” diretto da Laura Valente presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Lo spettacolo vede la partecipazione, come special guest, di Carlo Contocalakis (foto in basso), cantautore, produttore artistico e polistrumentista. Lo spettacolo “I paesaggi interiori di Alice” che si terrà giovedì 24 giugno alle ore 20:30 in via del Saracino è nel cartellone della rassegna “Vicoli in Arte” per la direzione artistica di Giulia Talamo e Ario Avecone. La danza dunque, rende omaggio al capolavoro di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”, il corpo della ballerina pompeiana ci accompagnerà con la sua performance nella tana di Bianconiglio, precipiteremo come Alice nel nostro inconscio cercando di dare un senso a ciò che senso non ha, perché in fondo, come scrive Nikos Kazantzakis: “le persone hanno bisogno di follia, altrimenti non sono mai libere“. Ma la produzione artistica di Alessandra Sorrentino è anche un’analisi sociologica del ruolo della donna nella società contemporanea, interessante la sua proposta di riappropriazione degli spazi sottratti alla collettività. Con la sua videodanza, infatti, filma spesso storie-coroegrafiche in luoghi antichi in disuso, con la speranza di sottrarli all’abbandono ed è alle donne che affida questo compito di “colonizzazione” dei luoghi dimenticati. Alessandra Sorrentino invece è nella sua Pompei che, infine, è riuscita a creare un centro di sperimentazione artistica che si chiama Vulcania Swan, il Cigno Vulcania, Performing Arts Center dove da alcuni anni porta avanti le sue idee. Di Alessandra Sorrentino mi piace segnalarvi la partecipazione al Ravello Festival nel 2018 mentre nel 2019 è stata in Connecticut con i Momix, una delle compagnie di danza più popolari al mondo. Tra il primo lockdown e il secondo ha danzato al Museo Archeologico di Napoli in una performance art curata da Luca Iavarone al pianoforte Gino Giovannelli. Alessandra Sorrentino riconosce alla coreutica la capacità che hanno sia la poesia sia la narrativa di sviluppare un linguaggio di liberazione e contrasto alla marginalità sociale, che testimonia anche con il suo impegno di mediatrice culturale e insegnante di danza in aeree urbane in cui è presente un forte disagio sociale che vede i giovanissimi pagarne lo scotto maggiore. Una regista e una danzatrice che ama arricchire il suo know-how confrontandosi anche con altri linguaggi come quelli proposti da personalità di spessore come Pina Bausch e Marina Abramovic. di Luigi De Rosa
