La variante Delta arrivata in Campania: segnalati 8 casi
La variante Delta arrivata in Campania: segnalati 8 casi. Aumenta la circolazione della variante Delta (indiana) in Campania: sono saliti a 8 i casi. E per rafforzare le difese i nodi da sciogliere sono la lentezza delle procedure (al tempo tecnico dei sequenziamenti si aggiungono passaggi burocratici con le direzioni delle Asl che devono autorizzare Tigem, Cotugno e Istituto Zooprofilattico ad analizzare i campioni), la necessità di focalizzare i sequenziamenti nelle zone turistiche e sensibili e in quelle di ingresso di stranieri in Campania (a Capodichino, la struttura Usmaf, che dipende dal ministero, fa pochi tamponi e solo antigenici), rendere la sorveglianza sanitaria sulle sequenze insomma, mirata e costante. Dopo i precedenti cinque rilievi di variante indiana in Campania, individuati tra Portici e Torre del Greco, sono intanto tre i nuovi campioni prelevati 20 giorni fa, a fine maggio, e di cui solo dopo due settimane si è arrivati al responso. Sequenziati e individuati in un caso a Ercolano e in altri due a Massa di Somma. Tutti soggetti imparentati tra loro. Il dato è stato consegnato due giorni fa all’Unità di crisi regionale. Quest’ultima ha convocato per mercoledì i responsabili del Piano di sorveglianza sanitaria portato avanti dal Tigem, dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno e dal Cotugno. Domani invece c’è la call con l’Istituto superiore di Sanità per tirare le somme del programma di vigilanza nazionale. Il tracciamento delle varianti è diventato un presupposto fondamentale per la prevenzione.
In Campania i tempi sono maturi per un upgrade all’originario progetto di sorveglianza sanitaria. Sebbene il lavoro a livello regionale va molto oltre la quantità dei tamponi sequenziati ogni mese e richiesti dall’Istituto superiore di sanità (sarebbero solo 364 mentre si arriva a più di mille) le regole di ingaggio sono ancora quelle dello scorso dicembre quando si era sulle tracce della variante inglese poi diventata prevalente ovunque in Europa. Il Coronavirus, con le modifiche della variante Delta, individuata per la prima volta in India, fa più paura di quella inglese (è del 60 per cento più infettiva di quest’ultima a sua volta del 36 per cento più virulenta di quella originaria), ed è parzialmente in grado di vincere lo scudo vaccinale, soprattutto in chi ha ricevuto una sola dose come emerso da alcuni casi severi e anche mortali registrati in Inghilterra. Una forma che sta per questo mettendo in difficoltà diversi paesi mentre l’incidenza in Italia è raddoppiata in un mese.
Attualmente, grazie ad un finanziamento della Regione Campania, il Tigem insieme al Cotugno e all’Istituto Zooprofilattico, procedono al sequenziamento dei tamponi di pazienti Covid positivi al fine di identificare le varianti di Sars-CoV-2 e ricostruirne l’albero genealogico tramite l’analisi delle mutazioni e la verifica, tramite algoritmi matematici, dello spettro di mutazioni. Finora sono stati sequenziati un numero considerevole di campioni ottenuti da tamponi positivi (15.527) e si procede a campione per il 70 per cento nelle zone focolaio e per il 30 negli ospedali Covid ma ora servirebbe mirare alle aree di ingresso degli stranieri che giungono in Campania dall’estero per turismo e per lavoro.In totale sono 12.650 le sequenze depositate su Gisaid, il database mondiale dei genomi virali (gisaid.org) e quelle campane rappresentano circa il 40% delle sequenze depositate in Italia.
L’analisi di sequenziamento ha permesso la caratterizzazione di 84 diverse varianti virali di vario tipo sul territorio campano tra cui la prima alpha (inglese), predominante a partire da gennaio 2021, la gamma (giapponese e brasiliana) ed eta (Edinburgo), il primo caso italiano di variante epsilon (califoniana) e gli unici 5 soggetti campani (ora diventati 8) con la variante delta indiana di particolare interesse vista la sua crescente incidenza mondiale. Identificata anche una nuova variante sul territorio campano, (B.1.177.88) individuata in pazienti residenti nell’area dell’agro-nocerino e che presenta le stesse caratteristiche di quella europea più diffusa (B.1.177), ma con un’importante mutazione di Spike E484K, di particolare interesse perché associata ad una maggiore infettività e già presente in varianti ad alto rischio (gamma, beta ed eta).
L’ultimo alert è scattato su alcune suore dell’est a Laurino dove è stato fatto un tampone a tappeto su tutta la popolazione (circa 500 tutti negativi). Recuperati anche alcuni campioni all’ospedale di Agropoli dove le suore erano state ricoverate. Un piano genomico che andrebbe aggiornato anche per superare anche le lentezze delle varie Asl a concedere le autorizzazioni. Intanto aumenta anche in Italia la circolazione della variante Delta-indiana del Covid come segnalato dalla fondazione Gimbe. Nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) la sua diffusione era stimata sotto l’1% ma risulta raddoppiata in un mese e nell’ultima settimana è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi (20). Casi registrati finora in 8 Regioni: Lombardia (81), Veneto (50), Emilia-Romagna (15), Sardegna (12) e Alto Adige (uno), Umbria (6).
Fonte Il Mattino