Molestie sul posto di lavoro: BISOGNA PARLARNE
Le molestie sessuali sono una triste realtà nel mondo del lavoro che purtroppo molte donne devono ancora conviverci, una donna su tre vengono molestati sessualmente sul posto di lavoro e nel corso della loro vita professionale.
Le molestie sessuali sono azioni o atteggiamenti a scopo sessuale che risulta indesiderato dalla persona che lo subisce. Le molestie sessuali non solo legate solo ad atti o comportamenti o necessariamente ad un’aggressione fisica ma possono tranquillamente manifestarsi verbalmente tramite parole o gesti, anche tramite battute e commenti che potrebbero essere evitati di esser detti mettendo la persona a disagio e in imbarazzo.
Secondo gli ultimi dati dell’ Istat, l’Indagine sulla sicurezza dei cittadini 2016 ha permesso di stimare il numero delle donne che, nel corso della loro vita e nei tre anni precedenti all’indagine, sono state vittime di un’altra forma specifica della violenza di genere: le molestie e i ricatti sessuali in ambito lavorativo. Vengono comprese le molestie sessuali con contatto fisico: colleghi, superiori o altre persone che sul posto di lavoro hanno tentato di toccarle, accarezzarle, baciarle contro la loro volontà fino al tentativo di utilizzare il corpo della donna come merce di scambio, con la richiesta di prestazioni o rapporti sessuali o di una disponibilità sessuale in cambio della concessione di un posto di lavoro o di un avanzamento.
Nel 2017, sono 1 milione 404 mila le donne tra 15 e 65 anni che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche sul luogo di lavoro, o da parte di un collega o di un datore di lavoro, o ricatti sessuali sul posto di lavoro, la percentuale di coloro che hanno subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro negli ultimi tre anni è maggiore della media del 2,7% tra le donne da 25 a 34 anni (3,1%) e fra le 35-44enni.
Con riferimento ai soli ricatti sessuali sul lavoro, sono un milione 173 mila (il 7,5%) le donne che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro o per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera. Circa cinque anni fa, il dato risulta in lieve diminuzione sono infatti 167 mila, pari all’1,1%, le donne che li hanno subiti.
Quando una donna subisce un ricatto sessuale non ne parla con nessuno, infatti quasi nessuna denuncia queste violenze alle autorità, le motivazioni che le spinge a non presentare denuncia sono: la paura, il credere che non riaccada in futuro, la scarsa fiducia nelle forze dell’ordine e nella legge. Le donne che hanno subito un ricatto hanno preferito cambiare lavoro o rinunciare totalmente alla carriera lavorativa, altre invece subiscono il licenziamento o addirittura non vengono assunte.
Esistono varie opzioni di difesa da poter adottare:
- Il primo è PARLARNE, parlare è molto importante a livello psicologico;
Affrontare direttamente il molestatore: fargli capire con chiarezza che vi mette a disagio i loro comportamenti e porgli dei limiti; - Documentare la molestia e la reazione;
- Rivolgersi all’interlocutore aziendale;
- Agire per vie legali.
- Il primo è PARLARNE, parlare è molto importante a livello psicologico;
Se avete l’impressione che dei colleghi o clienti pratichino del mobbing nei vostri confronti iniziate col raccogliere prove , soltanto così sarà possibile procedere per vie legali in futuro, se è possibile parlatene con il vostro datore di lavoro, è tenuto ad aiutarvi.