Ravello Festival , comincia tra veleni e trascuratezza. Rinsecchisce anche l’edera
Ravello Festival , comincia tra veleni e trascuratezza. Rinsecchisce anche l’edera. L’inizio del Ravello Festival era l’inizio della stagione culturale in Costiera amalfitana, quest’anno preceduta, senza dubbio, dal Comune di Positano con la manifestazione della Fondazione De Sanctis.
Annullata per la prima volta nella storia la conferenza stampa a Napoli dalla Regione Campania, dissidi fra De Luca e Scurati, questi i titoli della stampa , una volta incentrati sui grandi eventi.
Ricordiamo che c’erano manifesti in ogni paese, che si sentiva la “presenza” del Festival in tutta la Costa d’ Amalfi. Locandine, pubblicità, striscioni, un paese rimesso a nuovo.
Oggi venendo da Ravello dopo Atrani notiamo la strada sporca di polvere e pietrisco, disordine e transennamenti di lavori verso Scala, un abbandono atavico a dire la verità da parte della provincia di Salerno, ma si cercava almeno di salvare la faccia.
Invece manco quella, l’insegna all’ingresso della Città della Musica è il simbolo della sciatteria e trascuratezza che si sta vivendo in questo momento. Si rinsecchisce anche l’edera, anche i segni esteriori fanno la loro parte , erano parte dell’organizzazione. Il cartellone in piazza, un giornale anche in inglese, il Ravellotime, manifesti, striscioni, locandine, il coinvolgimento degli operatori e degli ospiti. Invece niente o quasi.
Non è da Ravello, non è quella Ravello che ho conosciuto e ammirato come un modello.
Dopodomani comincia fra location da favola come Villa Rufolo, l’Auditorium Oscar Niemeyer, concerti che saranno sicuramente apprezzati, ma a guardare dai segni esteriori sembra un Festival in decadenza , non si sente più quella passione, quell’entusiasmo, quell’orgoglio che ha sempre caratterizzato questo che è uno dei Festival più importanti d’ Italia e d’ Europa..