Ravello, la battaglia si sposta in Comune. A fornirci tutti i dettagli è Erminia Pellecchia in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino. La polemica si amplifica, le sfumature politiche assumono contorni netti. Ma «the show goes on», tutto è pronto per la serata inaugurale del Ravello Festival, il primo luglio alle 20, con la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin diretta da Kent Nagano sul palco stellato di Villa Rufolo (da domani la prevendita; info: www.ravellofestival.com). Per fortuna, perché l’edizione 69 del Ravello Festival ha corso il serio rischio di non vedere mai la luce dopo lo strappo tra il presidente della Fondazione Ravello, Antonio Scurati, e il governatore Vincenzo De Luca che anche ieri mattina, nel presentare la Fiera del libro di Napoli, «programmazione decisa in piena e totale libertà come sempre e per tutti, al di là delle forme di cialtroneria e di maleducazione istituzionale», ha trovato l’occasione per bacchettare nuovamente lo scrittore.
LO SCRITTORE Difeso invece, lunedì sera, da Nicola Lagioia, ospite di Salerno Letteratura. «Parlo da intellettuale e direttore del Salone del Libro di Torino – ha detto L’istituzione affida a un direttore, a un presidente, un compito e lui fa quello che vuole, nel senso che invita chi vuole, un po’ come fa l’allenatore di calcio che schiera in campo chi vuole, poi alla fine del mandato si tirano le somme. Se è vero che a Scurati è stato vietato di invitare chi voleva lui al festival di cui è diventato presidente, perché c’è stata un’ingerenza politica, se questa cosa è successa allora è grave». L’accusa lanciata al Premio Strega è stata di aver organizzato dei talk al di fuori del cartellone esclusivamente musicale – confezionato dal direttore artistico del Ravello Festival, Alessio Vlad, e senza l’approvazione, come vuole lo Statuto, dei consigli di indirizzo e di amministrazione della Fondazione Ravello.
IL SINDACO «Un passo falso, un passo che non doveva fare», ha ribadito Salvatore Di Martino, l’altra sera, durante l’incandescente consiglio comunale di Ravello, durato oltre sei ore e che preannuncia i toni accesi della competizione elettorale di autunno. Il sindaco ha ripreso l’intervento fatto in mattinata nel corso del consiglio di indirizzo che ha suggerito la nomina del consigliere anziano Paolo Imperato a reggere ad interim la presidenza della Fondazione in attesa che De Luca decida cosa fare. «Scurati ha fatto un grandissimo errore, quello di non seguire le regole» – ha sottolineato – Improvvisamente ha pensato di far venire a Ravello il ministro Speranza per parlarci di pandemia e, in merito a Saviano, Scurati che è uomo di cultura e ha una buona memoria e sa che è stato nominato da De Luca avrebbe dovuto avvertirlo sapendo cosa Saviano ha detto nei confronti di De Luca..». Torna sul caso delle dimissioni: «Sulla falsariga di De Masi di cui è allievo ci ha chiamato incolti, io sto cercando di togliere il fango che si sta buttando su Ravello». Si dichiara dispiaciuto, ricorda di essere stato lui a sostenere la nomina di Scurati a presidente della Fondazione, di aver preso l’iniziativa del conferimento della cittadinanza onoraria, di aver fatto di tutto affinché ci fosse un ripensamento, invito rivolto anche a Valerio Pescatore, l’unico del cdi a non aver voluto firmare la lettera contro lo scrittore e ora in procinto di lasciare anche lui la Fondazione, generando «altro fango su Ravello».
LA ROTTURA Ravello «esposta al pubblico ludibrio», è il punto su cui si è spaccata definitivamente l’alleanza, già traballante, tra Salvatore Di Martino e il suo vice Ulisse Di Palma. Il medico invita ad una seria riflessione sul significato di responsabilità: «A pagare un prezzo alto è Ravello che incolpevolmente vive la tristezza del non confronto, sommersa da questa macchina del fango e trasformata in un’arena dove si vogliono cercare colpevoli o difensori a tutti i costi. Ognuno deve assumersi le proprie colpe, cercare la mediazione. La politica è arte dell’incontro, basta perpetrare situazioni che danneggiano l’immagine di Ravello. Sono un fan di Antonio Scurati, sono stato felice e orgoglioso della nomina di quest’uomo di grande cultura che avrebbe portato nel mondo la rivoluzione culturale della città della musica che riparte dalla bellezza. Non mi riconosco più nello stile di Di Martino, prendo le distanze da un sindaco incapace di dialogare».