Rino Gaetano a 40 anni dalla morte – Il poeta ironico che graffiava società e politica: “Vogliono mettermi il bavaglio, ma io non li temo”
Ironico, graffiante, precursore dei tempi, Rino Gaetano ha lasciato un segno profondissimo nella musica italiana seppur abbia avuto un’esistenza breve. Il cantautore infatti è morto 40 anni fa, il 2 giugno 1981, in un incidente stradale a soli 31 anni. Rino Gaetano stava tornando nella sua casa di Roma e sulla via Nomentana, all’altezza di via Carlo Fea, all’improvviso (pare per un colpo di sonno) ha invaso con la sua auto la corsia opposta, mentre un camionista era in arrivo. Impossibile evitare l’urto. Quando i soccorsi sono arrivati, l’artista era già in coma. Al Policlinico Umberto I gli sono state riscontrate fratture varie. In assenza di un reparto adeguato per gli interventi d’urgenza, il cantante è stato trasferito al Gemelli dove è morto alle 6 del mattino. Un epilogo che in qualche modo è stato “predetto” da Rino Gaetano stesso, nove anni prima, in un suo brano intitolato “La ballata di Renzo”, dove raccontava di un uomo che venne rifiutato da tre ospedali e perfino dal cimitero, citando pure i nomi dei due ospedali romani che hanno rifiutato il ricovero a Renzo, esattamente quegli ospedali che non hanno salvato l’artista.
La discografia di Rino Gaetano rimane, a 40 anni di distanza, un vero e proprio testamento e anche un monito a rimanere vigili e a non farsi censurare. “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo. – spiegava con convinzione l’artista nel 1978, durante un suo concerto – Non ci riusciranno, sento che, in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni che, grazie alla comunicazione di massa capiranno che cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale”.