Si spegne il Duca d’Aosta, il principe Amedeo di Savoia
Il Duca d’Aosta muore a 77 anni all’ospedale di San Donato di Arezzzo ove era ricoverato da circa cinque giorni per via di un intervento chilurgico, visto il buon decorso medico vi era già stata programmata la sua dimissione, purtroppo la scorsa notte è avvenuto il decesso per via di un arresto cardiaco.
A diffondere la tragica notizia della morte del Principe è stata la famiglia tramite un comunicato: “La Real Casa di Savoia annuncia: questa mattina si è spento, in Arezzo, S.A.R. il Principe Amedeo, Duca di Savoia e Duca d’Aosta”. La salma e’ stata trasportata nell’abitazione di Castiglion Fibocchi, dove sarà allestita la camera ardente.”
Amedeo di Savoia-Aosta classe 1943, l’unico figlio di Irene di Grecia e di Aimone di Savoia, che fu quarto duca d’Aosta e re de iure dello Stato Indipendente di Croazia con il nome di Tomislavo II, rinunciò a quest’ultimo titolo dopo la nascita del figlio. Nel 2006 Amedeo decise di rivendicare per sè il titolo di Duca di Savoia e il ruolo di Capo della Real Casa.
Per molti anni Amedeo visse nella tenuta del Borro che successivamente nel 1999 fu venduta alla famiglia Ferragamo, famiglia della casa di moda, prima di lascire fece stampare e affligere dei manifesti di saluto per tutti gli abitanti delle frazioni vicine non riuscendoli a ringraziare e saluare personalmente uno ad uno. Nonostante questo decise di voler lasciare l’Aretino e di andare a vivere a Castiglion Fibocchi nei pressi del Capoluogo.
Il principe Amedeo d’Aosta è stata una grande perdita per l’Italia, ritenuto un uomo buono e gentile che sapeva ascoltare, aveva sempre una risposta saggia ed equilibrata a qualunque domanda gli venisse posta.
Monarchica Italiana, ha commentato la scomparsa del principe Amedeo. “L’ho sentito di recente e conservo tanti aneddoti legati a lui – ha proseguito Sacchi – anche di vita privata, di conversazioni…lui ha scritto una bella prefazione per il mio volume ‘Conversazione sulla monarchia’. Ho collaborato con lui per quasi 40 anni, ho iniziato da ragazzino a servire questa idea che lui incarnava. Sarebbe stato un bel capo di Stato, peccato che gli italiani non l’abbiano potuto sperimentare. Era una persona saggia, che guardava negli occhi l’interlocutore, aveva come un’aura di serenità, io mi sentivo protetto quando parlavo con lui, come se ci fosse una corazza energetica, era un grand’uomo”.