Un album musicale in memoria di Armin Theophil Wegner, difensore del popolo armeno che visse a Positano
Il fascino di una città come Positano è legato anche alle persone illustri che in passato, così come accade fortunatamente ancora oggi, la eleggono a loro buen retiro o addirittura a rifugio dai tomenti di una vita. Tra i personaggi che nella città di Pistrice hanno trovato l’accoglienza e la protezione negatagli in Patria per motivi politici, un posto di riguardo merita Armin Theophil Wegner, poeta, scrittore e giornalista tedesco, che prima e dopo il Secondo Conflitto mondiale soggiornò a lungo nella Città Verticale. A lui in questi anni il nipote, il cantautore tedesco Gabriel Wegner ha dedicato più di un’opera musicale. L’ultimo progetto in ordine di tempo, composto nel 2020, durante la pandemia, s’intitola proprio “A.T.W (Armin T. Wegner)” ed è edito dalla K Redords. Ma chi era Armin Wegner? Nel 2015 grazie a un incontro organizzato da Beniamino Cuomo, raffinato audiofilo e instancabile cercatore di storie indimenticabili, a Montechiaro (Vico Equense) conobbi lo storico Gabriele Nissim autore del saggio “La lettera a Hitler” (Mondadori), ebbi modo così, leggendo il testo e conversando con Nissim, di scoprire la grandezza morale di quest’uomo d’altri tempi. Armin Theophil Wegner è stato un militare paramedico tedesco nella Prima guerra mondiale, un autore prolifico e attivista per i diritti umani. Stanziato nell’Impero ottomano durante la Prima guerra mondiale, Wegner è stato testimone del Genocidio del popolo Armeno; le fotografie da lui realizzate in quei giorni rappresentano un documento storico fondamentale di denuncia della drammatica situazione degli Armeni. Wegner è stato anche uno dei primi tedeschi a opporsi a Hitler e alla persecuzione degli ebrei, nonostante sapesse di rischiare la vita non rinunciò a scrivere una lettera a Hitler con la quale pubblicamente tentò di persuadere il Führer a rinunciare ai suoi propositi di sterminio. Questa è l’estrema sintesi di una vista spesa per i diritti umani, ma v’invito a leggere il testo di Gabriele Nissim per approfondire la conoscenza di un uomo che merita di non essere dimenticato; una persona che Anselmo Palini aggiungerebbe senza dubbio alla lista di quelli che sono definiti “Più forti delle armi” per levatura morale e intellettuale”. Il 21 aprile del 1996 Pietro Kuciukian e Mischa, il figlio, hanno trasportato le ceneri di Armin T. Wegner a Yerevan: il primo “giusto e testimone” per gli armeni, le cui ceneri sono state poi tumulate nel Muro della Memoria di Dzidzernagapert. Dal 7 aprile 2011 ad Armin Wegner sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano. E’ indubbio che senza le foto e la cronaca di Wegner del genocidio degli armeni avremmo saputo ben poco per la gioia dei negazionisti turchi. A questa tristissima vicenda e a questa stupenda persona il nipote, Gabriel Wegner (nella foto in basso), grazie al contributo di Giovanni Luca Scaglione e Valerio Giovanardi, ha dedicato un progetto musicale dal titolo quanto mai emblematico “A.T.W (Armin T. Wegner)”, l’album si apre con i versi delle poesie di Wegner e le voci di chi è sopravvissuto al genocidio armeno. Seguono brani che grazie alla forza rivoluzionaria del rock e a quella raffinata del jazz riescono a dare un’anima musicale alle parole di protesta e alle richieste di giustizia di Armin Wegner. Il cantautore tedesco ha realizzato un’opera dal punto di vista musicale e lirico notevole che è un piacere ascoltare e che, a mio modesto parere, ha la forza degli album concettuali di autori come Joan Baez e Bob Dylan. di Luigi De Rosa