Castellammare, pasticcio Meb gli operai e Vescovini: “Minacciati, chiudiamo con Torre”
Castellammare di Stabia (Napoli): Vescovini e gli ex operai della Meb ancora senza un’area in cui realizzare l’azienda che riporta la produzione in Campania.
Il clima si fa sempre più teso e si parla di minacce subite. Il riferimento parte con un’assemblea avvenuta ieri proprio a Torre Annunziata con i lavoratori della Damiano, l’azienda che secondo l’Asi dovrebbe lasciare i capannoni a Vescovini.
Un pasticcio che rischia di finire in Tribunale tra l’imprenditore arrivato dal Nord e la CGIL, il sindacato intervenuto in difesa degli operai torresi. L’azienda SBE-SUD, i suoi dipendenti ed il suo legale rappresentante, colpevoli di cercare di creare nel territorio una nuova impresa e di volerlo fare in un capannone dismesso e che fino a ieri era in vendita, sono stati accusati in occasione di questo evento nell’ordine: di mettere i lavoratori l’uno contro l’altro, di scatenare una guerra tra poveri, di fare spionaggio e addirittura di avere interesse nel portare avanti una “strategia della tensione” per i lavoratori.
In realtà lo scontro tra la Fiom e Vescovini è già avvenuto questo inverno quando gli operai di Castellammare hanno dovuto scegliere se restare con il gruppo Fontana, che ha trasferito la sua azienda a Torino, o abbracciare il progetto di Vescovini.
A questo punto scatta il piano B. La fabbrica potrebbe essere realizzata nel salernitano.
Vescovini, dunque, annuncia di chiudere la trattativa su Torre Annunziata. Di questo enorme danno subito, SBE-SUD ritiene direttamente responsabile la Damiano motors che prima ha messo in vendita il capannone, poi , non appena ricevuto la notifica di esproprio da parte di Asi Napoli improvvisamente non solo ha cambiato idea e si è reso conto che l’immobile che pensava di vendere fino ad un minuto prima fosse diventato indispensabile per la sua attività industriale , ma ha pensato di mettere in scena una tragicommedia grottesca volta all’insulto e alla intimidazione verso il titolare ed i dipendenti di SBE-SUD.
Per questo motivo SBE-SUD si riserva di tutelare i propri diritti e la propria onorabilità presso le sedi competenti nei confronti di Damiano Motors e di tutti coloro che hanno minacciato e offeso, l’azienda i suoi dipendenti e il suo legale rappresentante.
Vescovini, di contro, non sceglie certo il linguaggio della pace nei confronti del gruppo Damiano che ha rifiutato di vendergli i capannoni e la storia inesorabilmente continua.