Napoli, Addio al professor Giuseppe Tesauro , crediamo che meriti altri articoli il professore anche sulla nostra testata lo riprendiamo da Il Mattino il ricordo bellissimo scritto dal collega Gigi Di Fiore.
Era un figlio d’arte, Giuseppe Tesauro, ma il cognome ingombrante del padre Alfonso, stimato docente di diritto costituzionale e parlamentare Dc per sei legislature, non gli è mai stato di peso. Alla notizia della sua morte improvvisa a 78 anni a Napoli, tutti hanno invece ricordato come Giuseppe Tesauro, rimasto Bepi per gli amici, abbia raggiunto i suoi numerosi traguardi professionali sempre con il suo rigore e l’impegno, associati a un’innata simpatia e disponibilità tutta napoletana. È stata la formula felice di una brillante carriera di giurista, docente e avvocato. Il diritto internazionale e comunitario era il suo vasto recinto del sapere scientifico, su cui è stato un innovatore riconosciuto.
Un minuto di silenzio in apertura dell’udienza pubblica alla Corte costituzionale, gli interventi nella seduta del plenum al Csm: le istituzioni hanno con tempestività ricordato in mattinata il presidente emerito della Consulta, che ne fu giudice per nove anni prima di diventarne il vertice per quattro mesi nel 2014. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel ricordarne la «raffinata cultura giuridica da profondo innovatore» riconosce a Tesauro di aver dato «impulso decisivo all’integrazione tra il diritto italiano e quello europeo».
Una carriera di studi dedicata alla specializzazione in diritto internazionale dopo la laurea alla Federico II, quasi Giuseppe Tesauro non volesse seguire la materia d’insegnamento del padre, il diritto costituzionale, per differenziarsene. Commenta il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho: «Era un giurista di straordinario valore, cui ero legato da profonda stima e amicizia. Con lui ho avuto occasione di confrontarmi su temi giuridici rilevanti nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia».
Una carriera che ha unito la ricerca, l’insegnamento, l’impegno in incarichi istituzionali e, per un periodo, anche l’attività forense avviata nel prestigioso studio fondato dal professore Francesco Carnelutti. Nelle accademie, la laurea honoris causa in giurisprudenza all’Università parigina Paris II Panthéon-Assas, gli incarichi alle Università di Catania e Messina. Poi, nel 1972 la direzione dell’istituto di diritto internazionale alla Università la Sapienza di Roma. Il suo allievo Roberto Mastroianni, docente di diritto dell’unione europea all’Università di Napoli, ne sintetizza i meriti scientifici: «È stato uno dei precursori e grande studioso delle istituzioni europee, in tempi in cui non ce ne era la necessaria conoscenza delle stesse».
L’incarico di presidente dell’Autorità di controllo sulla concorrenza nel 1987, per Tesauro non fu un incarico burocratico. Si impegnò a bacchettare i potenti cartelli delle maggiori imprese assicurative e del tabacco, che censurò per i loro comportamenti monopolistici sul mercato. Ma prima c’erano stati gli impegni di avvocato generale alla Corte di giustizia della Comunità europea e componente del Consiglio del contenzioso diplomatico della Farnesina.
Un giurista e uomo delle istituzioni apprezzato, sempre pieno di bonomia e mai fuori dalle righe. I suoi interessi culturali erano estesi e faceva parte anche del comitato scientifico del Premio Dorso per il Mezzogiorno. Amava la musica lirica e il tifo per il Napoli, che associava nei ricordi legati soprattutto alla squadra vincente allenata da Vinicio, era una sua passione. Senza dimenticare, naturalmente, il mare di Scario nel Basso Cilento, il suo buen retiro estivo. Vi girava su un’Ape-car che aveva preso e riadattato, conosciuto e salutato da tutti. La Fondazione teatro San Carlo, che lo ha avuto come consigliere, ne ricorda la passione per la musica e l’impegno per l’ente: «Il professore Tesauro ha saputo mettere al servizio del Massimo napoletano non solo le proprie competenze di insigne giurista, ma anche le sue indiscusse qualità umane. Con dedizione e abnegazione ha supportato il Teatro di San Carlo nei momenti più difficili così come in quelli più esaltanti degli ultimi sei anni».
Nelle istituzioni, tra gli avvocati come tra gli amici più cari, tutti hanno avuto una parola di ricordo e cordoglio per il professore Tesauro. Segno che la sua umanità come la sua preparazione hanno lasciato il segno.