Ticciano, Antonino Cannavacciuolo: “Sono felice di poter ospitare amici e clienti, nella mia nuova vecchia casa”, attesa apertura per i primi di agosto
L’intervista esclusiva di Antonino Siniscalchi sulle pagine del quotidiano Il Mattino.
Ticciano, (frazione di Vico Equense), Antonino Cannavacciuolo, “Sono felice di poter ospitare amici e clienti, nella mia nuova vecchia casa”, attesa apertura per i primi di agosto.
Le parole dello chef Antonino Cannavacciuolo in una intervista esclusiva di Antonino Siniscalchi sulle pagine del quotidiano Il Mattino.
Noi di Positanonews stiamo seguendo, con ansia, insieme a tutti i cittadini di Vico Equense, i progressi e i risvolti riguardanti la tanto attesa apertura del ristorante del noto chef stellato Antonino Cannavacciuolo, nel suo borgo natio, la sua tanto amata e decantata Ticciano.
Un ritorno al passato e alle origini, per lo chef Antonino, che tutti attendiamo con grande trepidazione.
Ecco infatti gli ultimi aggiornamenti, riguardanti l’apertura di Laqua Countryside, questo il nome del resorts realizzato dall’architetto Luca Macrì con Valentina Autiero, nell’antica villa acquista dal padre Andrea nel 1995, lì dove lavorava il nonno Antonino.
Quando verrà inaugurato il locale a Ticciano?
«Stiamo ultimando gli ultimi dettagli. Saremo pronti entro i primi di agosto. Vogliamo non lasciare nulla al caso e quindi apriremo appena sarà tutto perfetto. Abbiamo fatto tutto per bene e senza inutili scorciatoie: dalla sala al parcheggiatore assunto come dipendente fisso in organico».
Che emozioni prova nel tornare a cucinare lì dove è nato e cresciuto?
«È un grande sogno che si realizza. Da diversi anni volevo farmi questo regalo, la mia casa di campagna, dove la mia famiglia è nata. Per me ha un significato molto importante. Qui rivive la mia storia, la mia vita. Sono emozionato, e orgoglioso, di quello che insieme alla mia squadra stiamo portando avanti».
Quanto ha inciso l’esperienza di suo padre nel realizzare la struttura?
«Mio padre è stato fondamentale, come in ogni tappa importante della mia vita. Lui adesso è anche in pensione ed è il mio grande punto di riferimento per tutto quello che riguarda le materie prime. Si dedica all’agricoltura, alla pesca, le risorse per cucinare arrivano dalle sue preziose mani. Non potrei chiedere di più alla vita».
Lo staff come è composto?
«Sono persone che hanno voglia di crescere, di fare un’esperienza nuova, importante. A capo della brigata, ci sarà il mio chef pupillo Nicola Somma, di Gragnano, che è stato per molti anni con me a Villa Crespi, poi ha spiccato il volo al Bistrot di Torino, dove solo dopo un anno ha preso la sua prima stella Michelin. Il direttore è Edoardo Buonocore, un amico con il quale più di vent’anni fa ho parlato per la prima volta del desiderio di dare luce a questa realtà. E insieme ce l’abbiamo fatta».
Quanti posti a tavola?
«Abbiamo una quindicina di tavoli all’interno e una ventina all’esterno. Cinque camere e una suite, completano l’offerta».
Come pensa di caratterizzare il nuovo locale?
«Proporremo una cucina tradizionale, buona. La cucina sarà un mix tra le varie esperienze della mia vita professionale. Mixeremo con i sapori della tradizione piemontese, con quella partenopea, con ingredienti eccellenti. Vogliamo che chi mangerà la mozzarella da noi, non dimentichi mai quel sapore. Voglio che i miei ospiti siano coccolati dalle eccellenze».
Quali e quanti piatti offriranno i due menu da 80 e 100 euro?
«Stiamo ancora sistemando alcuni dettagli, ma non vogliamo svelare i piatti, fino a quando non saremo aperti».
Cosa l’ha spinta a realizzare questa struttura in una zona abbondantemente stellata?
«La voglia di tornare a casa, di respirare la mia terra, la mia gente, la mia famiglia. Da noi in Campania si mangia molto bene, e il fatto che ci siano molti stellati, ne è una testimonianza importante.
Ultimi giorni di attesa, quindi, per il ritorno a casa di Antonino Cannavacciuolo al vertice di una squadra professionalmente prestigiosa.
Lo chef Nicola Somma, il direttore Edoardo Buonocore, ai vini Antonio Indovina, finalista al campionato del miglior sommelier della Campania organizzato dall’Ais.
Una cucina di grande tecnica, ma anche di gola, magari portando un po’ di Nord al Sud, dopo aver esportato l’orto-mare dei pescatori, dei casari e dei contadini vicani sulle rive del lago d’Orta, a Villa Crespi.