Tragedia a Capri, continuano le indagini. Il conducente del taxi: “Ho visto l’autobus precipitare”
Tragedia a Capri, continuano le indagini. Il conducente del taxi: “Ho visto l’autobus precipitare”.
L’autista stava percorrendo la stradina in salita che dal porto di Marina Grande porta in paese quando ha sterzato all’improvviso facendo precipitare per circa 15 metri un minibus del trasporto pubblico a ridosso della spiaggia accanto al porto con tanti turisti intenti a godersi la giornata di sole come si legge anche dalle prime pagine del Mattino.
Tragedia a Capri. Il bilancio finale è di un morto e 23 feriti – tra questi tanti bambini – ma sarebbe potuto essere ancor più drammatico se quel piccolo autobus fosse finito fuori dalla carreggiata solo tre metri prima finendo sul bar del lido Le Ondine che si trova proprio al di sotto del punto da dove è caduto il bus superando un marciapiede e la barriera di protezione in ferro.
Il mezzo si è adagiato in un vialetto che viene utilizzato dai bagnanti per accedere alla vicina spiaggia pubblica senza dover passare per il lido, solo per casualità non ci passava nessuno in quel momento. Il volo del bus è avvenuto alle 11.30 circa. Non c’è stato nulla da fare per il conducente del bus, il 33enne Emanuele Melillo, probabilmente – è l’ipotesi maggiormente tenuta in conto dalla Procura di Napoli – colto da infarto mentre era alla guida, ma questo sarà l’autopsia a confermarlo. I feriti sono stati invece giudicati tutti fuori pericolo di vita, ma in quattro hanno lesioni ritenute più serie.
«Ho visto l’autobus precipitare – racconta Antonio Alfano – conducente di taxi al porto di Capri, nella piazzetta dove in molti hanno visto e sentito l’accaduto – poi un fortissimo rumore, ma non ho sentito prima una forte frenata».
Proprio questo particolare induce i tanti cittadini accorsi sul posto a ritenere che l’autista abbia sterzato bruscamente dopo un malore.
Subito, anche lo stesso Alfano, sono andati sul luogo dell’incidente per prestare i primi soccorsi: agghiaccianti le scene che raccontano, oltre all’autista morto ricordano soprattutto un ragazzino con le ossa della tibia scoperte.
La rete dei soccorsi si è subito attivata: i primi ad intervenire sono stati i vigili del fuoco che hanno estratto i feriti dall’autobus caduto nella scarpata con il personale del 118 e della Protezione civile. Anche Emanuele Melillo – viene spiegato – non sarebbe morto sul colpo, ma i sanitari avrebbero prima provato a rianimarlo grazie all’uso di un defibrillatore.
Non c’è stato nulla da fare per il 33enne, se non constatare sin da subito il suo decesso. In ordine di gravità i 21 dei feriti sono invece stati trasportati dall’ospedale di Capri – dove avevano ricevuto le prime cure – verso l’ospedale del Mare di Ponticelli con l’ausilio degli elicotteri. Altri due, i più piccoli, un 12enne di origini venete e un bimbo di 4 anni sono stati portati all’ospedale Santobono. Il bimbo di 12 anni ha subito fratture multiple alla tibia e al perone, dei due femori e lesioni al bacino: proprio queste condizioni – pur se non hanno intaccato organi vitali – hanno costretto il personale del Santobono ad un super-lavoro per stabilizzare il ragazzino fino a ieri sera ricoverato in terapia subintensiva. Il bimbo di 4 anni ha invece un trauma cranico ed è sotto osservazione in un reparto ordinario.
Ma erano tanti i ragazzini sull’autobus, la maggior parte – fortunatamente – non ha riportato lesioni gravissime. Quasi tutti i feriti erano però in uno stato di choc una volta giunti in ospedale ed è stato necessario mettere a loro disposizione anche alcuni psicologi.
Una volta prestati i soccorsi è spettato agli inquirenti ricostruire l’accaduto. Aperta un’inchiesta dalla Procura di Napoli, a Capri è stato inviato il pm Maurizio De Marco, affiancato da un perito tecnico e dagli agenti della polizia scientifica. Due le ipotesi più battute. Per accertare il possibile malore del conducente del bus disposta un’autopsia, la salma di Melillo è stata portata via ieri pomeriggio verso le 17.30. L’altra perizia – più complessa – è quella da fare sul mezzo precipitato dell’Atc (l’azienda di trasporti pubblici di Capri) perché non è escluso che possa essere finito fuori strada anche a causa di un guasto meccanico improvviso. É stata preliminarmente tenuta più lontana l’ipotesi di una manovra avventata o dell’alta velocità perchè nel punto dove il minibus è precipitato c’è una ripida salita che avrebbe reso complesso guidare a velocità sostenuta con quasi 30 passeggeri a bordo.
Una tragedia che poteva essere ancor più grave se al di sotto – come racconta Gemma Rocchi, titolare del lido Le Ondine – ci fossero passati i bagnanti per andare o tornare dal mare. «Siamo vivi per miracolo», ha detto.
Accanto al lido anche la porzione di spiaggia pubblica gestita da Leonardo Rusciano, frequentata soprattutto dai bambini delle colonie estive, anche ieri ce n’erano una quindicina in acqua. «Penso che San Costanzo ci abbia fatto la grazia – spiega Rusciano – su quel vialetto, tempo una ventina di minuti, sarebbero passati i bambini per guadagnare l’uscita. Sarebbe stata una strage».