Amatrice, il vento abbatte il Cerro di Sant’Angelo: aveva 600 anni ed era sopravvissuto al terremoto
Una tempesta di vento ha cancellato ben sei secoli di storia abbattendo il maestoso Cerro di Sant’Angelo che dal 1400 dominava la Conca di Amatrice. Era riuscito a sopravvivere anche ai terremoti più disastrosi come quelli del 1639, del 1703 e infine quello del 2016. Era uno dei pochi simboli materiali ad essere rimasto indenne dopo l’ultimo sisma ed era una delle querce più antiche d’Italia, ma ha ceduto alla furia della bufera.
L’albero era divenuto il simbolo della frazione Sant’Angelo di Amatrice e durante la seconda guerra mondiale era stato anche il rifugio e la salvezza di alcuni cittadini che si erano nascosti all’interno di una fessura della corteccia scavata da un fulmine.
Il maestoso Cerro era alto circa 21 metri ed aveva una circonferenza di circa 6,6 metri. Già prima del sisma era una delle mete più ricercate a livello naturalistico della zona: punto di partenza delle escursioni per Macchie Piane e poi per il monte Pizzo di Sevo che si erge di fronte alla località.
Nel 2016, la quercia, per la sua notevole importanza naturalistica, era stata inserito dal Corpo Forestale dello Stato tra gli Alberi Monumentali d’Italia, diventando ancora di più patrimonio nazionale. Sempre prima del sisma, l’AIPS insieme con la sezione del CAI di Amatrice, aveva partecipato al censimento per i “Luoghi del Cuore” del FAI, inserendo la pianta nei luoghi da votare e raggiungendo quasi duemila adesioni.