Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.

16 agosto 2021 | 20:34
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Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.
Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.
Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.
Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.
Arte Contemporanea. Intervista all’artista Claudio Grandinetti, a cura di Maurizio Vitiello.

Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde l’artista Claudio Granditetti.

Dal 1974 espone in diverse mostre e rassegne d’arte contemporanea nazionali e internazionali. Ricordiamo: l’Expo Arte di Bari (5 Edizioni), La Biennale Silarte, la Biennale Sud & Sud, l’itinerante “Copertina per Modo” Rivista presentata da Tommaso Trini (Milano-Firenze-Roma). La 4th International Mail Art Biennial in Germania, quella di Ankara in Turchia, quella di Lione in Francia, la Iª Biennale Contemporary Art South Russia a Rostov sul Don e, in particolare, in Italia alle Biennali di Venezia la 51ª del 2005 “Save The Poetry-Night of Light curata da Achille Bonito Oliva nell’ambito dell’Isola Della Poesia con Light Installation di Marco Nereo Rotelli a San Secondo Island (Isola Virtuale) e On Line Event di Caterina Davinio; nel 2011 dentrofuoriBiennale evento parallelo 54ª Biennale di Venezia a cura di Giancarlo Da Lio e Tiziana Baracchi e Sapere Aude Circuito Off 55ma Biennale di Venezia, curata da Miguel Ángel Cuevas. 2013 Embassy Pavilion evento Parallelo curato da Giancarlo Da Lio e Tiziana Baracchi.

D – Puoi segnalare il tuo percorso di studi?

R – Abilitazione all’insegnamento di Educazione Artistica e Storia dell’Arte; Diplomato Liceo Artistico di Cosenza.

D – Puoi raccontare i desideri iniziali che nutrivi?

R – La mia è una famiglia d’artisti. L’ormone artistico ereditato ha fatto sì che io amassi e fossi propenso ad abbracciare culturalmente discipline come la pittura, la scultura, la poesia e la musica. A diciotto anni suonavo già la batteria in un complesso rock chiamato “Olimpo Interno Quattro”. Ero sicuro di intraprendere la carriera musicale quando ho partecipato a Festival importanti dove ho conosciuto artisti che erano come me alla prima esperienza come Angelo Branduardi, Francesco De Gregori, il gruppo rock Il Rovescio Della Medaglia … ed altri ancora, ma loro sono diventati idoli della musica … io e il mio gruppo, invece, abbiamo dovuto abbandonare questo sogno bellissimo!

D – Puoi precisare i sentieri che avevi intenzione di seguire e che hai realmente seguito?

R – L’insegnamento e l’abilitazione superata brillantemente dopo due anni con votazione di 100 su 100 e il seguente breve insegnamento di professore non di ruolo fu la prima opportunità lavorativa. Terminò miseramente quando al Provveditorato agli Studi mi dissero chiaramente che sarei diventato un supplente a vita! Mi avevano assicurato invece che sarei passato di ruolo quell’anno stesso. Era troppo!! A malincuore ho lasciato la famiglia e sono emigrato in Lombardia. Ho aperto un’agenzia pubblicitaria a Busto Arsizio (VA) ed è stato quasi subito un successo. L’ho chiamata “Grafia”, ma non era solo dedita alla grafica, perché ho avuto clienti importanti come la De Agostini di Novara, modelle note che apparivano nei miei spot televisivi in RAI come Rita Catania e tante altre grosse soddisfazioni con ditte prestigiose in ogni campo della moda e della pubblicità. Dopo tre anni trascorsi con successo in Lombardia svanì all’improvviso anche un altro sogno! Ricevetti la bruttissima notizia della morte di mio padre e questa notizia segnò nuovamente come una scossa la mia vita! Partii immediatamente viaggiando di notte insieme a mio fratello che mi aveva raggiunto da Milano per essere presenti insieme al suo funerale, e vederlo almeno per l’ultima volta. Dopo questo brutto episodio la famiglia e i parenti tutti mi pregarono di non ritornare più in Lombardia perché mia madre adesso rimaneva da sola a casa e anche perché c’era una possibilità di un impiego nella mia città e che quindi dopo una porta chiusa, forse, se ne sarebbe aperta un’altra! E così fu, infatti, vinsi il concorso per un grafico al C.U.D. Consorzio Universitario a Distanza e da lì a poco la conoscenza di una brava e bella signora che è diventata mia moglie e madre dei miei due figli ha visto realizzare anche il sogno di una famiglia.

D – Quando è iniziata la voglia di “produrre arte”?

R – Da subito direi. Quando frequentavo la scuola elementare la maestra aveva individuato in me un promettente disegnatore. Ne aveva parlato con il preside e gli altri docenti scolastici e la conseguenza fu quella di collaborare nel giornalino scolastico d’istituto, che ogni anno girava per tutte le aule mostrando i pensieri che avevano scritto gli scolari più promettenti. Ovviamente io illustravo i pensieri e disegnavo la copertina e di scrivere non se ne parlava proprio!

D – Quali piste di maestri hai seguito?

R – Il mio primo maestro è stato Aldo Turchiaro il primo cosentino a essere invitato a “La Biennale di Venezia”. Quando l’ho conosciuto all’Expo arte di Bari l’ho invitato a vedere le mie opere perché gli dissi: Quando visitano le mie mostre la prima cosa che dicono è: “questa è la pittura di Turchiaro!” Lui accettò immediatamente dicendo: “Allora andiamo a vedere questo nuovo Turchiaro!” Quando si avvicinò ai miei olii su tela mi guardò e disse: “Turchiaro? Assolutamente no! Non sono opere alla Turchiaro …Tu lasciamelo dire … sei perfetto …preziosissimo … sei più bravo di Turchiaro …, ma ti dò un consiglio importante! Devi rompere questa precisione per essere un artista unico!” Ho rivisto e incontrato con piacere Aldo Turchiaro ad alcune sue personali a Cosenza e la cosa che mi ha rattristato di più è stata la considerazione che proprio il suo pubblico di parte calabrese, gli amici, i critici e gli amanti della sua pittura a suo dire non siano mai riusciti a organizzare una sua mostra antologica nella sua città! Lui che è ed è stato uno dei più grandi maestri internazionali contemporanei lo avrebbe meritato certamente!

D – Mi può indicare gli artisti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente “a due mani”?

R – A due mani certamente Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani per aver partecipato a una loro performance, ma anche a tre mani certamente Claudio Jaccarino e Claudio Romeo per aver prodotto un libro d’artista, che insieme a me (chiamato appunto Claudio³) per l’impiego di tre Claudio nell’opera. Io, comunque, ho la fortuna di conoscere e frequentare più di 1500 artisti internazionali per aver fondato un Archivio e un Museo di Mail Art e Fluxus oltre di arte contemporanea visibili sul mio web Artefice Contenitore d’Arte Moderna e Contemporanea www.artefice.art Ti scrivo i più noti: Christian Alle, Dmitry Babenko, Keith Bates, Vittore Baroni, Horst Baur, Julien Blaine, John M. Bennett, Guy Bleus, Anna Boschi, Paulo Bruscky, J. M. Calleja, Guglielmo Achille Cavellini, Christo and Jeanne Claude, Ryosuke Choen, Dada Kan, Ko de Jonge, Michel Della Vedova, Marcello Diotallevi, ,John Held Jr., Claudio Jaccarino, Miguel Jiménez El Taller de Zenon, Dobrica Kamperelić, Kardo Kosta,,Helmut King, Ruggero Maggi, Dórian Ribas Marinho, Martakarta (Marta Bosch Valderrama),Anja Mattila-Tolvanen, Keiichi Nakamura, Martha Nieuwenhuis, Clemente Padìn, Rèmy Pènard, Cèsar Reglero Campos, Wilhelm Schramm, Otto Sherman, Shozo Shimamoto, Gruppo Sinestetico, Róbert Šwierkiewicz, Paul Tiililä, Guido Vermeulen. ZenaZero, CrackerJack Kid (Chuk Welck) …

D – Quali sono le personali da ricordare e i temi trattati, di volta in volta?

R – In tutte le mostre dedicate al movimento Mail Art e Fluxus certamente il marchio di fabbrica è “The World is Made Of Empty Heads! Il Mondo è Fatto di Teste vuote”. Io credo che l’umanità sia arrivata a un punto di non ritorno … Penso che l’Amazzonia, polmone naturale del mondo stia morendo e con essa il clima che è impazzito, i ghiacciai che si sciolgono, l’aridità e la fame che avanza. L’umanità distratta da una maledetta politica che produce ancora guerre per futili motivi! Gli interessi non sono più per una pace duratura, ma per dare a tutti una casa, l’acqua, una vita tranquilla con un lavoro che possa farti vivere. L’uomo oramai sragiona pensa solo ai suoi futili interessi e all’orizzonte non puoi non aspettarti la fine di tutto! Per quando riguarda le personali di arte contemporanea ci sono le opere chiamate Cassette Ludiche, Thinging Box o Assemblage dalla critica, che sono la lucida denuncia di una civiltà senza più amore, violenta, scellerata e votata al male più assurdo. Da quando sono state distrutte le Torri Gemelle l’ISIS, il terrorismo e le guerre più assurde ricordano le persecuzioni dei diversi di ogni razza o nazione. Richiamano alla memoria Cristo, i romani e le persecuzioni contro i suoi discendenti. Ecco, quindi, le mie cassette dedicate a uno dei più famosi martiri del Cristianesimo, San Sebastiano, trafitto esageratamente da mille frecce come un porcospino. Fino ad arrivare ai giorni nostri e alla clausura forzata della pandemia che ci ha costretti a chiuderci in casa in studio e creare per non morire di solitudine! Sono nati i miei intarsi di legno smaltati dedicati all’unica speranza che ci rimane, l’unico vaccino che potrà salvarci dalla malignità più assurda … il cuore! Il centro della nostra salvezza è proprio il cuore. Anche se trafitto rinasce dal male! Rivive tra i rami secchi e morti di radici sotterrate, ma germoglia con foglie rosse come il cuore e i frutti sono quelli rossi dell’amore!

D – Dentro c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?

R – Quando l’uomo ritornerà a parlare con il cuore ritornerà a usare anche il cervello e si ricorderà per forza di cose che l’umanità naviga sulla stessa zattera!

D – Ora, puoi specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle esposizioni, tra collettive e rassegne importanti, a cui hai partecipato?

R – Quello innanzi detto è un grido d’allarme dell’umanità dei buoni e lo vediamo nella recente mostra itinerante organizzata da Ruggero Maggi dedicata all’Amazzonia e chiamata appunto “L’Amazzonia deve vivere!”, ma anche in Padiglione Birmania, altra importantissima esposizione itinerante. L’amico Maggi ci indica come poliziotti e militari dovrebbero proteggere la libertà dei popoli … non sopprimerla. A febbraio i soldati hanno arrestato Aung San Suu Kyi e tutti i deputati e i militanti della Lega Nazionale per la Democrazia in Myanmar. Per citare Picasso “L’arte non è qualcosa con cui decorare le case … l’arte è un’arma con cui combattere il nemico …, ma la vera domanda è: “Chi è il nemico?”. In questo caso la risposta è semplice. I nemici sono i militari golpisti, che stanno violentando la democrazia e la libertà del popolo birmano.

D – L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? La Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania, l’Abruzzo, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso?

R – C’è un fermento indescrivibile di artisti che si propone con iniziative culturali, mostre, simposi artistici e altro ancora, ma rimane ai margini regionali, figurati nazionali, perché non ha visibilità, non ha presentazioni critiche importanti e non ha istituti che possano coadiuvarli! Lo stesso Achille Bonito Oliva pare abbia mollato … Non è più un critico d’arte. Pare abbia scritto un libro dal titolo enigmatico “Vado al di là dell’Arte” o cosa simile …, ma non lo leggerò mai; da quando ho cercato di contattarlo a una delle “Arte Fiera di Bologna” e non mi ha degnato di uno sguardo. Ma il compianto Filiberto Menna ha fatto di peggio; all’Expo Arte di Bari lo fermo, mi presento e lo invito a vedere il mio padiglione. Senza fiatare Lui viene tranquillo, da uno sguardo alle opere … gira le spalle e se ne va ancora senza fiatare! Cosa ti vuoi aspettare da questa gente … importante?

D – Pensi di avere una visibilità congrua o soddisfacente?

R – Sì, ma la devo al fatto di avere dato proprio io visibilità a un numero impressionante di artisti prima sul mio web Contenitore Ceris Arte e adesso sul nuovo Artefice. Poi, devo essere sincero sui post social ho più che un’altra visibilità, ho aderito per cercare tutti gli artisti amici che ho nel mio Archivio e nel Museo di cui solo una parte frequenta FB o altri.

D – Quanti “addetti ai lavori” ti seguono?

R – Ho una redazione modesta su Artefice, alcuni collaboratori della vecchia guardia Ceris Arte sono ancora disponibili, ma ho nominato caporedattore mio figlio Mirko, che è un artista capace, ma, soprattutt,o è un poeta e scrittore assai apprezzato e, inoltre, è lui il webmaster che gestisce Artefice.

D – Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro?

R – Sto cercando di recuperare con fatica tanti documenti e critiche sulla cultura d’arte, che ho perso con la cancellazione inaspettata del sito Ceris Arte, ma è mia intenzione rivolgermi adeso a un pubblico giovane e determinato. Per fortuna, ho salvato un archivio di opere d’arte impressionante da poter esporre a eventuali mostre.

D – Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”?

R – I giovani cadono facilmente nella trappola delle provocazioni, ma qualcuno ne viene fuori più forte di prima e forse riuscirà. Per questo motivo mi dedicherò a loro e non a chi non è riuscito nella vita.

D – I “social” t’appoggiano, ne fai uso quotidiano o settimanale?

R – Ho già scritto che vado su FB, perché ho un numero esagerato di parenti sparso nel mondo dal Canada, dagli USA e Australia, ma io vado sui social solo per trovare gli amici artisti che conosco e stimo, ma che, purtroppo, non sanno nemmeno cosa sia il social.

D – Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, art-promoter per metter su una mostra o una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione?

R – Non ho ancora scritto che sono anche un organizzatore di mostre ed esposizioni. Ho organizzato già ben nove Biennali internazionali e vari progetti di Mail Art. Ho già in cantiere la voglia di organizzare esposizioni contro la violenza sulle donne e anche sulla violenza in generale. Anche se ho la disponibilità di vari critici e numerosi artisti, credo sia nella mia natura cercare e conoscere in futuro nella gioventù.

D – Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi impegni artistici?

R – Perché ho un passato di artista e webmaster notevole senza pensare alle opere d’arte che conservo nel mio archivio, nel museo e nella collezione artist book.

D – Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?

R – Sì, i giovani sono quelli che si sono resi disponibili ai miei progetti artistici, hanno spedito le loro opre con piacere, specialmente nella Mail Art. Alcuni hanno approfittato del momento per avere forse uno spazio nei miei web e visibilità su internet, ma poi non si sono fatti più vivi e questo non lo capisco!

D – Prossime mosse, a Milano, Roma, Londra, Parigi, …?

R – Le prossime mostre collettive (qualcuna è già in programmazione) sono per le gallerie e gli spazi di Milano, Venezia, Roma e Cosenza, ma vado sul sicuro accettando gli inviti di amici fidati sperando che le pandemie finiscano finalmente!

D – Che futuro prevedi nel post-Covid-19?

R – Mi auguro che la cultura e la vita ritorni alla normalità! Diversamente un virus sempre più letale ci ucciderà!