Massa Lubrense, l’antropologo Giovanni Gugg analizza il fenomeno dell’overtourism in penisola sorrentina e costiera amalfitana
Massa Lubrense. Riportiamo l’interessante post dell’antropologo Giovanni Gugg che analizza la situazione del turismo in penisola sorrentina nel periodo della pandemia: «I problemi di una società e di un territorio si affrontano parlandone, discutendone, confrontando idee ed esperienze, ma perché ciò avvenga è necessario saper riconoscere quei problemi, evitando falsi bersagli.
La Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana, tanto per fare l’esempio che mi è più vicino e più caro, sono in asfissia: l’impatto antropico che stanno subendo quest’estate sta abbassando la qualità della vita e sta avendo pesanti effetti ecologici. Si chiama overtourism ed era in atto da anni, ma ora è esploso.
La pandemia ha frantumato i flussi turistici, che adesso non sono più organizzati e irregimentati in charter e bus, ma, al contrario, sono polverizzati in migliaia di coppie o famiglie, ciascuna con la propria auto e il proprio itinerario. Il problema è che in una piccola penisola, per di più unita al continente con una ingombrante (ma splendida) montagna, semplicemente non ci sono strade a sufficienza, non ci sono abbastanza parcheggi, non c’è fisicamente spazio per tutti. Ciò significa che l’onda umana che la investe nei mesi estivi provoca varie conseguenze a cascata, ma quest’anno ancora di più: per il territorio, per i residenti e per i turisti stessi. Per il primo caso faccio un esempio di cui, tra l’altro, ho già scritto: il mare è inaccessibile. Per i residenti, riporto non una percezione, ma un’esperienza concreta: si è prigionieri a casa propria. Per i turisti, l’effetto è che non torneranno, da quanto si ascolta sui bus di linea, perché è impossibile riposare o anche solo rilassarsi.
Evidentemente, chi fa polemica politica perché una persona all’alba si denuda nella piazza principale, fa solo rumore; chi snobba i turisti di prossimità e rimpiange i finissimi lord inglesi di due anni fa, non coglie che i ‘tamarri’ stanno salvando una stagione; chi soffre il traffico da girone dantesco dovrebbe chiedersi in che condizioni sono i trasporti pubblici – su ferro, gomma e mare.
In alcuni di questi banali esempi l’amministrazione comunale non c’entra niente, in altri ha responsabilità, in altri ancora invece i temi sono di competenza di enti gerarchicamente superiori. Mettere capo a tutto ciò è un’impresa titanica, ma comunque la si veda, il denominatore comune è sempre l’overtourism.
Pertanto, si può ambire a un ‘Modello Sorrento’, anche se, parlo per me, non ho ancora capito in cosa consista; si può legittimamente cambiare il logo della località e impegnarsi in una campagna di promozione sugli autobus di Londra a luglio; si può celebrare la ‘bandiera blu’ senza avere spiagge… Insomma, si può tutto, ma non si può evadere il problema di fondo, che resta sempre lo stesso: l’asfissia di questa terra, l’esasperazione dei residenti, lo sconforto dei cittadini che devono sentirsi dire che non amano abbastanza la propria città se si permettono di affermare che così non abbiamo futuro».