Nel Borgo di Maiano a Sant’Agnello per degustare le polpette di san Rocco, la ricetta di Angie Cafiero
Nel Borgo di Maiano a Sant’Agnello per degustare le polpette di san Rocco. Il borgo storico della penisola sorrentina, incastonato fra la collina e la costa di Sorrento, che doveva essere protagonista di un progetto di rinascita per la fortissima presenza dell’artigianato e i caratteristici vicoli, prima del Covid era scenario della bellissima sagra di San Rocco, che qui si venera, amata anche da Lucio Dalla che Positanonews ha sempre seguito .
Riproponiamo un articolo di Angie Cafiero su Corso Italia News, Angie era una ragazza fantastica, una penna straordinaria e una appassionata di enogastronomia tanto da essere anche apprezzata da Antonino Cannavacciuolo.
In occasione della Festa di San Rocco, l’antico borgo di Maiano ogni anno è animato da mostre, spettacoli musicali, antiquariato ed enogastronomia, una tradizione che da secoli, unisce profondamente tutti gli abitanti.
San Rocco di Monte Pellier si festeggia il 16 di agosto. Fu un pellegrino e taumaturgo francese ed è patrono di numerose città e paesi, il suo culto si è ampiamente diffuso e con il passare dei secoli è divenuto anche il santo più conosciuto nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi. Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato. Recenti aggiornamenti liturgici gli riconoscono pure il patronato contro le altre malattie contagiose, AIDS compresa. Se volete approfondire meglio la figura del Santo, la sua storia, l’iconografia e tante altre piccole curiosità che lo riguardano vi rimando alla pagina wikipedia a lui dedicata.
mantellina di san rocco detta sanrocchino
mantellina di san rocco detta sanrocchino
Numerosissime le sue raffigurazioni, spesso il Santo indossa un tabarro (mantello a 360°) e relativo tabarrino (mantellina di dimensioni ridotte, posta sopra il lungo tabarro vero e proprio, con funzione protettiva del tronco e delle spalle) che successivamente da lui ha preso il nome (sanrocchino), indossato un tempo dai pellegrini il sanrocchino era spesso cosparso di conchiglie, utilizzate per attingere l’acqua, queste, erano fissate, a seconda dell’immagine, anche sul cappello a larga tesa oppure appese a mo’ di collana, altri elementi iconografici sono, un bastone, una zucca per contenere l’acqua (spesso appesa al bastone), bisaccia a tracolla, in alcuni casi pure una piccola fiaschetta attaccata alla cintola e nelle mani la “lancette” ossia il piccolo bisturi che si iniziava ad usare all’epoca per incidere i bubboni, favorendo la fuoriuscita del pus;
Sul perchè della tradizione della polpetta, ho cercato un po in giro, in rete ovviamente non c’e’ molto, anzi quasi niente, ma chiedendo informazioni ad Antonino De Angelis, esperto di storia e tradizioni locali, soprattutto del territorio santanellese, questi mi ha raccontato che questa usanza giunge a noi dal buio del passato, non esiste un racconto specifico ma si potrebbe provare a considerare che voglia riferirsi al boccone che S.Rocco porge al cane nella popolare iconografia, che compare a partire dal quattro e cinquecento, ora, è un tozzo di pane sottratto alla mensa di Gottardo Pallastrelli o una polpetta quella che il santo imbocca al cane? potrebbe anche darsi.
A Maiano in tempi passati vi erano varie cantine (bettole) potrebbe anche darsi che in esse si usava servire ‘palle di carne’elaborate con i tradizionali ingredienti aggiunti (uva passa, pinoli, formaggio grattuggiato, biscotti grattuggiati, pane raffermo ‘spunto’, prezzemolo ecc.).
Per il resto si tratta di una festa popolare che si è sempre tenuta a fine estate, quando tutti i lavori della campagna sono finiti, con grande sfarzo di angurie, torrone e botti di ‘maschi’ (quella specie di bicchieri di ferro).
La cappella è di una semplicità estrema. Forse in antico non era quella principale poichè a poche decine di metri vi era la vecchia cappella dei SS.Cosma e Damiano (inglobata nel complesso La Pigna) prima trasformata in cellaio e poi in abitazione. Un’altra cappella, quella di San Bartolomeo demolita al’inizio del 900, esisteva nella vicina, omonima via ora via F.S.Del Giudice.
Altro non mi ha saputo narrare, a me sembra più che sufficiente, per introdurre la famosa ricetta della polpetta maianese, e, del resto la storia di questi luoghi un tempo appartati è scritta soprattutto nella memoria dei contemporanei e con essi svanisce.
La ricetta che mi sono procurata, è originaria appunto di Maiano, ad opera della signora Mariarosa, ve la trascrivo cosi’ come a mia volta l’ho copiata:-)
Polpette di san rocco
Ingredienti:
– 1 kg di carne macinata
– 8 uova
– 1 pesca tipo percoca
– 2 pere mastantuono
– cedro q.b
– pinoli q.b
– uva passa q.b
– 1 pacco di biscotti tipo amaretti
– biscotti secchi (rigoli o orosaiwa)
– sale q.b
– 1 pizzico di cannella
– 1 pezzettino di cioccolato fondente
– sugo di pomodoro
Polpette di san rocco
Polpette di san rocco
Esecuzione:
Macinate tutti gli ingredienti ed uniteli alla carne e alle uova, regolate di sale e lasciate riposare.
Formate le vostre polpette e se vi piace inserite al centro un pezzetto di cioccolato fondente
Friggete le polpette, senza il pan grattato, e passatele in una pentola dove avrete messo della passata di pomodoro fatele insaporire nel sugo.