La tragedia a Castellammare di Stabia: tre indagati per la morte di Giulia

4 settembre 2021 | 10:48
La tragedia a Castellammare di Stabia: tre indagati per la morte di Giulia

La tragedia a Castellammare di Stabia: tre indagati per la morte di Giulia. Ce ne parla Tiziano Valle in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis.

Sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Giulia Maccaroni, la ventinovenne skipper romana deceduta lunedì scorso a causa dell’incendio divampato a bordo del veliero Morgane, ormeggiato nel porto turistico di Marina di Stabia. Gli indagati sono il legale rappresentante della società inglese proprietaria della nave, l’armatore della Vela Charter di Gragnano che si occupava di noleggiare il veliero e il comandante dell’imbarcazione. Le accuse sono di incendio colposo, sommersione colposa e omicidio colposo.

Le iscrizioni nel registro degli indagati rappresentano un atto dovuto per consentire un’accelerata all’inchiesta che dovrà stabilire se ci sono responsabilità per la tragedia che si è verificata nel porto turistico di Castellammare di Stabia. Questa mattina, alle 11.30, sarà eseguita l’autopsia sulla salma di Giulia Maccaroni che da lunedì scorso è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale San Leonardo. Solo dopo l’esame irripetibile, la salma sarà messa a disposizione dei familiari che potranno darle l’ultimo saluto nel piccolo comune di San Vito Romano.

Il proprietario, l’armatore e il comandante del Morgane, intanto, hanno già nominato i consulenti di parte. L’ipotesi più accreditata al momento è che la donna sia morta per asfissia, a causa delle esalazioni provocate dall’incendio che si è sviluppato a prora della nave e hanno raggiunto la cabina di poppa dove dormiva la ventinovenne, attraverso l’impianto di condizionamento. A supporto di questa tesi il fatto che nella cabina c’era ancora l’aria condizionata accesa al momento dell’arrivo degli uomini della guardia costiera e dei vigili del fuoco che hanno scoperto il corpo, ormai senza vita, di Giulia Maccaroni. Probabile dunque che la ventinovenne possa aver respirato monossido di carbonio sprigionato dalla combustione di materiale tossico, passando dal sonno a uno stato d’incoscienza, fino alla morte, in pochi minuti.

Qualora venisse confermata questa ipotesi, le indagini viaggeranno spedite per accertare le cause dell’incendio. Il sopralluogo effettuato nella giornata di giovedì dagli uomini della Capitaneria di Porto, agli ordini del comandante Achille Selleri, e dai vigili del fuoco non hanno offerto grandi novità, anche a causa dei gravi danni che ha riportato l’imbarcazione. Nella giornata di lunedì il pm Andreana Ambrosino, della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, potrebbe nominare un consulente tecnico d’ufficio per dare il via agli accertamenti.

Al momento, l’ipotesi più accreditata resta quella di un corto circuito all’impianto elettrico del veliero che ha innescato l’incendio. Il possibile malfunzionamento della strumentazione di bordo ha provocato anche un’esplosione sul Morgane, ma forse in quel momento Giulia era già deceduta a causa delle esalazioni dell’incendio divampato sottocoperta. L’attenzione degli inquirenti ovviamente si concentrerà anche sul corretto funzionamento del sistema antincendio e sulla manutenzione eseguita a bordo, per verificare se ci sono state negligenze che sono costate la vita alla ventinovenne skipper romana.