Nubifragio a Siracusa, si teme il Medicane fra Sicilia, Calabria e Campania, ecco cosa è l’uragano mediterraneo
Cinque famiglie evacuate, strade allagate, massi caduti sopra le auto e un un uomo folgorato. E’ il primo bilancio di un violento nubifragio che si è abbattuto ieri a Siracusa. Protezione civile e vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi su tutto il territorio per i numerosi allagamenti. Nella zona della Borgata, in via Calabria, evacuati cinque nuclei familiari dopo che l’acqua ha allagato le loro abitazioni situate a pianterreno. I residenti hanno trovato ospitalità da parenti e amici.
Nella zona ha ceduto anche un piccolo muretto: i detriti sono finiti in strada trasportati dall’acqua. Un 75enne è deceduto per infarto durante il maltempo e non è chiaro se l’uomo abbia avuto paura per l’acquazzone. Si trova invece ricoverato al pronto soccorso in condizioni non gravi un uomo rimasto folgorato mentre era in corso il nubifragio.
In alcune vie cittadine l’acqua ha superato il livello delle portiere delle auto, soprattutto al villaggio Milano e nei pressi del Santuario della Madonna delle Lacrime dove molte auto sono rimaste in panne.
Le regioni del Centro dovranno ancora fare i conti con la perturbazione sopraggiunta sul nostro Paese tra mercoledì e giovedì: sotto osservazione, in particolare, saranno Marche, Umbria e Molise, tuttavia qualche precipitazione potrebbe interessare pure la Romagna e il comparto appenninico tosco-emiliano. Il tempo sarà invece più asciutto altrove, specialmente sul resto del Nord, mentre tra il pomeriggio e la serata tra le due Isole Maggiori si approfondirà un ciclone mediterraneo che comincerà a disturbare il tempo soprattutto sulla Sardegna meridionale e sui settori più occidentali della Sicilia.
La giornata di domenica
Sarà questo il preludio a una domenica che potrebbe rivelarsi davvero complicata sul fronte meteo per alcune aree del Sud, soprattutto sul finire della giornata. Fin dalle prime luci del giorno, nel frattempo, il Centro-Nord godrà di un contesto meteo decisamente tranquillo che accompagnerà questi settori del nostro Paese praticamente per l’interna giornata. Discorso ben diverso, invece, per il Sud e per i settori più meridionali della Sardegna dove, già dal mattino, saranno evidenti gli effetti di un vortice ciclonico in graduale spostamento ed approfondimento tra la Sicilia e l’area ionica. Nubi, piogge sparse ed un ulteriore rinforzo dei venti interesseranno la Calabria, alcuni tratti della Sicilia, nonché la Sardegna meridionale.
Ma sarà soprattutto tra la serata e la nottata che il tempo subirà un brusco peggioramento sulla Sicilia più orientale e sui comparti ionici della Calabria, aree dove si potranno registrare forti piogge, intensi temporali e locali nubifragi che annunceranno un inizio di settimana davvero difficile per queste zone. Il ciclone potrebbe infatti trasformarsi in un severo MEDICANE (uragano mediterraneo), provocando un’intensa fase di maltempo con elevato rischio alluvionale.
Uragano mediterraneo, Medicane, più esattamente cicloni mediterranei, TLC
Come ha scritto il Meteo.it, il portale di previsioni meteorologiche più importante in Italia , al Sud si potrebbe formare un Medicane, un Uragano mediterraneo, ma è più esatto parlare ancora di cicloni di tipo tropicale, dove si formano gli uragani . I veri e propri cicloni mediterranei, detti anche TLC (Tropical Like Cyclones ovvero Cicloni di tipo tropicale) sono in tutto e per tutto simili a quelli delle zone tropicali. Si caratterizzano morfologicamente per una struttura a spirale delle nubi con occhio molto ben delineato e persistente, circondato da una muraglia di nubi torreggianti e con moti di aria calda discendente all’interno.
Il vento supera, almeno in prossimità di questa muraglia, i 118 km/h sulla Scala Beaufort e sono presenti violenti, persistenti ed abbondanti piogge a prevalente carattere temporalesco e di rovescio (intensità massima di 500 mm/h o talvolta anche più). Il diametro massimo dei cicloni mediterranei è di 200–400 km. La durata temporale è molto variabile ma in genere è limitata a 1 o 2 giorni (molto spesso tali fenomeni durano solo poche ore). Nell’unico caso in cui è stato possibile misurare la pressione nei pressi del minimo (quello del 16 gennaio 1995) grazie ad una nave meteorologica tedesca, la Meteor che si trovava nei pressi della tempesta, è stato di 975 hPa con venti di 73 nodi (135 km/h). Coerentemente con le classificazioni di intensità globali dei cicloni tropicali[15], i sistemi entro l’intensità di 33 nodi vengono definiti depressioni tropicali, fra 34 e 63 nodi tempeste tropicali e solo i sistemi con intensità superiore a 64 nodi (118 km/h) possono essere classificati come “uragani” (tifoni nel Pacifico). Attualmente nessuna agenzia meteorologica ufficiale si occupa della classificazione dei cicloni tropicali sul Mediterraneo. Tuttavia un’analisi del Noaa nel periodo sperimentale di osservazione dell’anno 2011, ha classificato il ciclone Mediterraneo Rolf del Novembre 2011 come una Tempesta tropicale di intensità T3.0 (45-50 nodi) sulla scala Dvorak. Il Mediterraneo è difatti elencato fra i bacini in cui la formazione di sistemi tropicali è rara ma possibile