Buon Compleanno Malafemmena
Malafemmena compie 70 anni, molto ben portati a dire il vero, perché è senza alcun dubbio la canzone più amata del canzoniere classico napoletano ancor oggi. Presso l’Auditorium Novecento Napoli, sede un tempo della storica casa discografica Phonotype, si è tenuto, oggi (2 novembre N.d.A.) un incontro “70 volte Malafemmena” con il quale amici del Principe della risata, semplici appassionati e addetti ai lavori hanno celebrato questo capolavoro della canzone partenopea scritto da Totò nel 1951 in occasione del concorso di Piedigrotta “La Canzonetta 1951”. La canzone fu assegnata a Mario Abbate che la incise su disco Vis Radio. In seguito fu portata al successo dai più celebri cantanti, ricordiamo: Giacomo Rondinella, Antonio Basurto, Roberto Murolo, Mario Merola, Claudio Villa, Renato Carosone, ma è con l’interpretazione di Teddy Reno nel film “Totò, Peppino e la… malafemmina” di Camillo Mastrocinque (1956) che raggiunse la consacrazione internazionale. La canzone, scritta in lingua napoletana durante un soggiorno presso l’hotel Miramare di Formia, parla in termini drammatici di un amore contrastato per una malafemmena, che in questo caso assume un significato leggermente diverso dall’italiano “malafemmina”, in quanto l’autore pone l’accento più sul fascino di una donna che fa soffrire, che è insensibile, malvagia e indifferente alle pene d’amore che infligge al proprio innamorato. Chi fosse la vera musa ispiratrice della canzone Malafemmena si è saputo decenni dopo grazie alle dichiarazioni di Liliana de Curtis, figlia del Principe Antonio de Curtis in arte Totò. A lungo si era creduto che fosse stata scritta per l’attrice Silvana Pampanini, che Totò aveva conosciuto sul set di 47 morto che parla e che aveva rifiutato la sua offerta di matrimonio. Liliana de Curtis ha affermato che la canzone fu scritta in realtà per la madre, Diana Rogliani, moglie di Totò, come risulta anche dalla dedica acclusa al testo della canzone depositato dall’autore presso la SIAE: A Diana. La moglie Diana sarebbe stata colpevole di essere venuta meno a una promessa che marito e moglie si erano scambiati: anche se ufficialmente separati avevano concordato di convivere nella stessa casa e condividere anche il talamo come fidanzati sino al raggiungimento del diciottesimo compleanno della figlia Liliana; ciò di fatto concedeva all’uomo Totò una situazione di considerevole vantaggio mentre alla ex moglie Diana una posizione di sudditanza anche per dover subire le infedeltà da parte del marito; dopo l’ennesimo tradimento Diana lasciò invece Totò per sposare l’avvocato Michele Tufaroli. In onore di Malafemmena al termine dell’evento “70 volte Malafemmena” è stato presentato uno speciale annullo filatelico dedicato al 70° anniversario di Malafemmena realizzato sul bozzetto di Tonia Peluso da Poste Italiane. Allego a quest’articolo un commovente filmato di repertorio in cui Totò, ormai anziano e giù afflitto dai noti problemi alla vista, si commuove ascoltando il pubblico cantargli la sua “Malafemmena” e infine, una chiusura da par suo al giornalista che lo invitava a cantare: la prego non insista, non me la faccia cantare, che quando canto sono un trombone!
A cura di Luigi De Rosa