Costiera Amalfitana: il Collettivo UANM dice basta alle molestie di strada
Costiera Amalfitana: il Collettivo UANM dice basta alle molestie di strada. Il Collettivo UANM diffonde i risultati del sondaggio sul catcalling per sensibilizzare la popolazione sulle molestie di strada.
In vista della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il Collettivo UANM ha rivolto un sondaggio a 100 donne e ragazze della costiera amalfitana sul fenomeno del catcalling.
L’iniziativa è stata curata da #UANMgenere, rubrica dedicata alla parità di genere interna al Collettivo UANM. Il collettivo unisce giovani della Costiera amalfitana impegnatə in temi che dalle questioni ambientali, sociali e di carattere culturale, arrivano all’urgenza di un dibattito reale sulla rivendicazione dei diritti delle donne e della comunità LGBTQ+.
Cos’è il catcalling?
Il termine catcalling, letteralmente “chiamare il gatto”, è un neologismo che indica le molestie verbali che le persone (prevalentemente donne) subiscono per strada. Per il 98% delle intervistate il catcalling non è un complimento. Anzi, il 59,6% delle rispondenti ha dichiarato di aver modificato le proprie abitudini (modo di vestirsi, luoghi frequentati, ecc.) a causa di questo fenomeno.
I dati emersi dal sondaggio attestano che 97 donne su 100 sono vittime tutti i giorni di catcalling: il 50,5% lo ha subito per la prima volta quando aveva tra i 14 e i 18 anni, il 33,7% quando ne aveva tra i 10 e i 14. Ben l’80,8% dichiara di non aver reagito per non mettere a rischio la propria incolumità o per la troppa vergogna.
Perché il catcalling non è un complimento?
Sono dati che affossano definitivamente la facile retorica del catcalling come apprezzamento e che ci racconta come questo tipo di violenza non si limiti al fischio o al commento: il 32,3% delle partecipanti al sondaggio ha risposto di essere stata pedinata da persone da cui avevano subito catcalling. «Mi ha seguita per un centinaio di metri, mi sono sembrati chilometri» – risponde una – «Ho corso facendo finta di stare al telefono con mio padre» scrive un’altra.
Quando si parla di catcalling, c’è chi pensa sia esagerato considerarlo una molestia e chi lo vive come violenza. Dalle testimonianze ricevute è emerso che il catcalling è considerato una violenza a tutti gli effetti perché instaura e impone quel gioco di potere volto a stabilire il ruolo di dominanza maschile, che non implica mai il consenso della donna.
Manifesti contro il catcalling
Per sensibilizzare la popolazione sul tema del catcalling e smetterla di normalizzarlo, da oggi, nei comuni di Praiano, Positano, Amalfi e Minori saranno
affisse alcune delle testimonianze del sondaggio, che alleghiamo all’articolo, e che dimostrano una volta per tutte che il catcalling è: paura, imbarazzo, disagio, umiliazione, rabbia. Ma anche, e soprattutto, è vergogna e impotenza!
La gravità delle testimonianze ricevute impone la necessità di lavorare ad azioni concrete e congiunte sul territorio per sradicare quella cultura che vuole a tutti i costi banalizzare il fenomeno con la triste retorica del complimento e iniziare a raccontarlo per ciò che è: violenza! Noi l’abbiamo fatto tramite le loro, le nostre testimonianze.
Ringraziamo il Comune di Praiano, il Comune di Amalfi, il Comune di Minori, Su Per Positano, il Centro Italiano Femminile CIF Minori e il CAV – Centro Antiviolenza Costa d’Amalfi per il supporto e il sostegno all’iniziativa.