Il Covid torna a far paura, rianimazione piena al Cotugno a Napoli
Il Covid torna a far paura, rianimazione piena al Cotugno a Napoli . Il Mattino , primo quotidiano della Campania , a firma di Ettore Mautone riporta in evidenza la situazione , è una rassegna stampa , ne approfittiamo per salutare il nostro Giuseppe Fiorentino da Positano, in prima linea
Sono saturi gli 8 posti di terapia intensiva Covid del Cotugno e sono tutti occupati da pazienti non vaccinati. Malati intubati, tenuti in coma farmacologico con forme severe di polmoniti interstiziali bilaterali. Quattro di essi sono piuttosto giovani (28, 38, 40 e 42 anni) e sono privi di particolari fragilità cliniche alle spalle. In sub intensiva, invece, dove sono utilizzate le tecniche di ventilazione ad alti flussi ma non invasive (maschera di Venturi e casco Cpap) di pazienti ne sono ricoverati 28 su 32 letti disponibili. Tra loro c’è anche il 17enne napoletano arrivato 10 giorni fa al pronto soccorso e che decorre in condizioni stabili. I vaccinati della sub intensiva sono solo 4, tutti minati da altre malattie concomitanti che ne accrescono la fragilità e probabilmente ne hanno ridotto l’immunità. Ci sono poi 70 posti letto di degenza ordinaria e altri 5 ricavati al pronto soccorso per un totale di 115 posti al Cotugno dedicati esclusivamente alle cure per il Covid di cui il 90 per cento occupati, il 10 per cento circa dei pazienti sono infine vaccinati. Questi ultimi hanno un decorso decisamente migliore e più rapido rispetto a coloro che hanno voluto affrontare il virus a mani nude e soltanto in tre, dalla primavera scorsa, sono deceduti.
POLO DELLA CITTÀ
L’ospedale collinare di Napoli, interamente dedicato alle malattie infettive, è attualmente l’unico polo Covid della città insieme ai reparti infettivi e alla Rianimazione del policlinico Federico II e Vanvitelli. Dallo scorso giugno, quando tutto l’ospedale era diventato un Covid center, molte divisioni e reparti e una linea rianimativa di 8 posti, sono tornati a svolgere attività assistenziale infettivologica ordinaria per la cura dall’Aids, delle meningiti, tubercolosi, encefaliti, tetano. «Gli accessi Covid sono leggermente aumentati nelle ultime due settimane – avverte Cristina Boccia, bed manager dell’azienda dei Colli – il via vai delle autoambulanze in pronto soccorso è un po’ cresciuto ma per ora nonostante tutto siamo in equilibrio con i dimessi proprio grazie alla notevole quota di vaccinati che rimandiamo a casa in quanto privi di polmoniti. Molti pazienti che sviluppano la malattia da vaccinati non avanzano verso forme severe che richiedono l’ospedalizzazione. Circa il 90 per cento di quelli ricoverati sono invece privi di copertura vaccinale. Abbiamo pronto un piano per accrescere la nostra capienza ma stiamo facendo rete tra le varie province. Finora abbiamo trasferito due malati, uno alla rianimazione di Maddaloni e un secondo al Policlinico Federico II. Se dovessero servire riconvertiremo altri posti letto in blocchi da 16 ma sarebbe un peccato dover togliere un reparto di terapia intensiva oggi dedicato ad altre malattie infettive».
IL PRIMARIO
Al Cotugno insomma confermano che il vaccino fa la differenza: «A partire dai fragili – sottolinea Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento infettivologico – dobbiamo correre con la terza dose. Osserviamo un aumento dei contagi. La terza dose per alcune categorie è fondamentale e dovremmo anche recuperare chi non si è vaccinato che dovrebbe essere la priorità. Dobbiamo anche impegnarci a tenere alta la guardia con le mascherine e senza rischiare negli assembramenti. Tra i vaccinati entrano in ospedale solo quelli che hanno molte patologie concomitanti. La malattia ha sempre lo stesso quadro clinico. Le mutazioni aumentano la contagiosità ma la malattia non cambia. La pillola contro il Covid? È una buona cosa ma è sempre la diagnosi precoce entro i primi 5 giorni a fare la differenza. La gestione di questi farmaci andrà data ai medici di famiglia più che alle Usca per arruolare subito i pazienti. Tracciamento e tamponi non vanno abbandonati».
LA PROVINCIA
Lo scenario nei policlinici è più tranquillo con un solo posto di rianimazione su 4 occupati e una ventina di posti letto su 40 anche qui per l’80 per cento non vaccinati e in forma severa solo quelli senza scudo. In provincia c’è un aumento dell’afflusso soprattutto negli ultimi giorni. A Pozzuoli sono 20 i malati ricoverati su 24 posti ricavati nel reparto Covid mentre il centro Covid di 16 posti al Rizzoli di Ischia, che aveva chiuso i battenti a settembre, potrebbe riaprire in questi giorni in quanto da due pazienti accolti in un’area del pronto soccorso a fine settembre si è passati a 6 malati ieri. Anche Giugliano e Frattamaggiore hanno delle aree di isolamento con 6 posti in Pronto soccorso ma per ora ci sono solo pazienti in osservazione. Flussi in aumento, infine, anche a Boscotrecase (Asl Napoli 3 sud) anche questo diventato un polo di riferimento di un vasto bacino d’utenza.