Lettere da Piano di Sorrento – I nuovi predoni
Ne è passato di tempo da quando le armate turche, a bordo di centinaia di galere, improvvisamente, apparivano all’orizzonte sorrentino, precipitandosi verso le nostre coste, per saccheggiare, distruggere, incendiare, rapire persone. Oggi c’è la testimonianza di questo traverso le 32 torri di avvistamento, da Vietri a Massalubrense, dalle quali veniva lanciato l’allarme affinché gli abitanti si mettessero in salvo. Tragica data per noi fu quella del 13 giugno 1558, allorché i Turchi saccheggiarono Sorrento e Massa Lubrense, stuprando donne, bruciando tutto quel che rinvenivano e facendo prigionieri per il riscatto.
Anche oggi ci sono i “predoni del mare”, non compaiono all’orizzonte ma calano di notte, muniti di tutto l’occorrente per saccheggiare e distruggere: indossano mute, portano grossi martelli e sacchi di raccolta. Raggiungono i fondali e frantumano le rocce, per estrarre i famosi “datteri di mare”, li rivendono ad alberghi e ristoranti, con proficuo guadagno. A loro volta i ristoratori li destinano alla loro migliore clientela che è pronta a pagare profumatamente. Insomma è un commercio assai redditizio per questi signori. I nuovi predoni, con i loro martelli, sbriciolano le rocce producendo una polvere di pietra che si distende nei fondali, il tutto a scapito di flora e di fauna.
Recentemente, in televisione, la trasmissione “Report” ha notiziato sulla scoperta d una vera e propria organizzazione criminale che, partendo da Castellammare di Stabia arriva al Nord del Paese fornendo questi datteri ai ristoranti più rinomati. È risaputo che questo tipo di pesca è assolutamente vietato dalla legge e la Guardia Costiera ha un bel da fare per contrastarne lo sviluppo.
Cosicché questi pescatori di frodo hanno distrutto chilometri e chilometri della bellissima costiera sorrentina. L’indagine condotta dai giornalisti ha consentito l’intervista sia degli acquirenti del prodotto sia di qualche pescatore di frodo. I ristoratori hanno negato anche di fronte all’evidenza, mentre qualche “datteraio”,, chiamiamolo così , si è risentito, gridando al giornalista che lo intervistava: “ie agge diritto a campà..teng’ famiglie”, come se il diritto a campare lo autorizzasse a distruggere quanto madre natura ci ha dato e che è patrimonio di tutti.
Qualcuno ha paragonato l’operato dei “datterai” ai dissacratori delle opere d’arte (chi sfregia statue, chi ruba tasselli di mosaico a Pompei, etc). Ma il paragone non regge perché mentre gli attentatori alle opere d’arte distruggono l’opera dell’uomo, i “datterai” invece distruggono la Natura.
Avv. Augusto Maresca