Sant’Agnello, dissequestro housing sociale: il caso di nuovo al Riesame
Sant’Agnello, dissequestro housing sociale: il caso di nuovo al Riesame. Ne parla Dario Sautto in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Il caso torna al Riesame a inizio 2022 perché mancano le motivazioni sul reato contestato e gli approfondimenti sulle deroghe al Put e sull’applicabilità del Piano Casa. Sono note le motivazioni che due mesi fa hanno spinto i giudici della terza sezione penale della Corte di Cassazione ad annullare il dissequestro del complesso di housing sociale di Sant’Agnello, disposto dal tribunale del Riesame di Napoli in sede dì’appello. Una decisione che ha permesso a una decina di famiglie di occupare gli appartamenti che la Procura di Torre Annunziata ritiene totalmente abusivi, tanto da indagare per lottizzazione abusiva e falso progettista, esecutori dei lavori, il sindaco di Sant’Agnello Piergiorgio Sagristani, la sua giunta, professionisti e tecnici comunali. Gli assegnatari, nel frattempo, avevano già versato una caparra ai costruttori e ora non riescono ad ottenere i mutui dalle banche.
LA VICENDA L’appello al Riesame presentato dall’ingegnere Antonio Elefante (progettista e amministratore della Sant’Agnello Housing Sociale srl, indagato a piede libero per questi fatti) fu accolto lo scorso maggio, nonostante secondo l’accusa si tratti di «case costruite al posto di un agrumeto e vendute sul libero mercato». In pratica, un anno e mezzo dopo i fatti, i giudici annullarono il sequestro d’urgenza della Procura oplontina, convalidato dal gip, restituendo il complesso immobiliare composto da 53 appartamenti di via Monsignor Bonaventura Gargiulo, sostenendo che l’intervento edilizio fosse «conforme alle previsioni del PUT e del PRG» e che «non sussistessero i presupposti legittimanti l’ipotesi accusatoria di lottizzazione abusiva». I reati contestati al momento del sequestro, però, erano altri. Quindi, gli «ermellini» hanno sottolineato i temi emersi dal ricorso della Procura. Secondo l’accusa, infatti, nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata emerge «l’assoluta illegittimità del titolo abilitativo rilasciato che non consente la realizzazione del complesso edilizio e che non consente deroghe al PUT». Nelle motivazioni del Riesame, inoltre, non viene affrontata «la problematica connessa alla derogabilità al PUT da parte della legge regionale, il cosiddetto Piano Casa, né la riconducibilità» dell’housing sociale «all’edilizia residenziale pubblica cui era stata destinata», cioè non si tratta di case popolari. E ancora, le nuove case erano autorizzate dal Comune di Sant’Agnello per soddisfare «il fabbisogno dei soli residenti in abitazioni malsane o sovraffollate» e dovevano sostituire «un’area degradata», non un agrumeto.