Penisola sorrentina, si provi a spegnere per una serata le luminarie natalizie in ricordo delle vittime di Ravanusa.
Oltre ad un gesto di solidarietà, potrebbe essere un forte segnale anche verso quelle istituzioni che dovrebbero vigilare affinché determinate e senz’altro evitabili, tragedie non si verifichino in futuro.
Mentre l’intero Paese, al di là delle preoccupazioni relative alla variante omicron, tra addobbi e luminarie, è concentrato sulle prossime festività natalizie, bisognerebbe ricordare che venerdì pomeriggio alle 16,30 nel piazzale antistante alla chiesa Madre di Ravanusa, a circa 100 metri dal luogo della tragedia, si celebreranno i funerali di Stato delle dieci vittime (compreso Samuele che è rimasto nel grembo della madre e che doveva vedere la luce ieri con parto cesareo) del crollo causato dallo scoppio per una fuga di gas. Come è noto , circa tale tragico evento, la Procura della Repubblica di Agrigento, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. I magistrati nello stabilire le cause del crollo si sono affidati a un pool di periti che sta già studiando le mappe della rete a gas metano del territorio di Ravanusa. I primi passi sono consistiti nell’audizione di alcuni responsabili di Italgas ed una delega di indagine per le testimonianze, dei residenti che hanno segnalato in passato odore di gas e sospetti di perdite. Intanto, mentre il sindaco di RavanusaCarmelo D’Angelo, già da qualche giorno ha proclamato il lutto cittadino fino al giorno dei funerali,
il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla Camera ,ha ricordato tutte le vittime chiamandole per nome e per età ribadendo che è essenziale che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare le responsabilità e che episodi del genere non devono accadere e sono inaccettabili. Purtroppo in un Paese ritenuto morfologicamente fragile,dove il sottosuolo, dalle grandi città ai piccoli comuni montani, è percorso da una rete di distribuzione del gas lunga oltre i 250mila chilometri ( solo nel 2020 tale rete è cresciuta di 1885 chilometri), anche sotto tale aspetto, si continua ad ignorare la pericolosità dovuta al rischio da dissesto idrogeologico che interessa gran parte del nostro territorio. Pertanto oltre alle parole di rito sarebbe opportuno prestare molta più attenzione del come, tale seppur prezioso elemento, viene distribuito lungo le strade ed i vicoli delle nostre città. Tuttavia, in queste ore dove tutto il Paese sembra essersi stretto intorno a questa tragedia, che visto le prime evidenti dinamiche poteva verificarsi in qualsiasi altra località, sarebbe pertanto opportuno che almeno nelle ore del funerale, in tutte le piazze e strade italiane, venissero spente, in segno di lutto, tutte le luminarie natalize per ricordare le dieci vittime innocenti di Ravanusa.
L’appello andrebbe rivolto anche agli amministratori della penisola sorrentina, da sempre sensibili e solidali con le sfortune altrui. Spegnere per una sera le luminarie ,oltre ad un gesto di solidarietà, potrebbe essere un forte segnale anche verso quelle istituzioni che dovrebbero vigilare affinché determinate e senz’altro evitabili, tragedie non si verifichino in futuro. Sapremo per una sera, con il consenso dei nostri sindaci, rinunciare alla consueta passeggiata tra addobbi e luminarie investiti dalla musica dei nostri alberi e ricordare per un attimo le dieci vite spezzate di Ravanusa? – 16 dicembre 2021 – salvatorecaccaviello.