Povertà sanitaria, sempre più cittadini non possono acquistare le medicine necessarie.

17 dicembre 2021 | 09:52
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Povertà sanitaria, sempre più cittadini non possono acquistare le medicine necessarie.

E’ quanto emerge dal Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, organo di ricerca di Banco Farmaceutico. Nel 2020 il 15,7% delle famiglie italiane  ha risparmiato sulle cure, limitando il numero delle visite e degli accertamenti o facendo ricorso a centri diagnostici e terapeutici più economici

Secondo il 9° rapporto del Banco Farmaceutico, nel 2021 almeno 597.560 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno.  Rispetto all’anno precedente, quella che viene definita povertà sanitaria è aumentata del 37,6 % . Si tratta di 163.387 persone in più rispetto alle 434.173 del 2020. Un dato che sta ad indicare che  quasi 10 milioni di italiani hanno risparmiato sulle cure, limitando visite mediche e accertamenti. Tale incremento è senz’altro frutto delle conseguenze provocate dalla pandemia da Covid -19 che oltre ai danni sanitari ha provocato seri problemi economici. Le difficoltà riguardano tutti i cittadini, poveri e non poveri: nel 2020 il 15,7% delle famiglie italiane (4 milioni 83 mila famiglie, pari a 9 milioni 358 mila persone) ha risparmiato sulle cure, limitando il numero delle visite e degli accertamenti o facendo ricorso a centri diagnostici e terapeutici più economici. Hanno fatto ricorso a una di queste strategie 33 famiglie povere su 100 e 14 famiglie non povere su 100.

Il Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria(organo di ricerca di Banco Farmaceutico) è conseguenza dei dati rilevati attraverso la rete dei 1.790 enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da OPSan, presentati ieri, in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e Aifa. Nel nostro Paese nonostante il forte universalismo del Servizio Sanitario Nazionale, il 42,2% della spesa farmaceutica è a carico delle famiglie, che nel 2020 hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5 miliardi. Chi è povero ha in media un budget sanitario pari a 10,25 euro, meno di 1/5 (17%) della spesa sanitaria di chi non è povero (60,96 euro mensili). Per le famiglie povere, inoltre, ben il 62% della spesa sanitaria (6,37 euro) è assorbita dai farmaci e solo il 7% (0,75 euro) è dedicata ai servizi dentistici. Le famiglie non povere,  secondo il report, destinano il 43% del proprio budget sanitario mensile (25,94 euro) all’acquisto di medicinali e il 21% ai servizi dentistici (12,6 euro).  Dai dati emerge che tutti gli italiani, poveri e non poveri,  sono costretti ad un vero e proprio investimento o ad un sacrificio per tutelare la propria salute.  Il presidente del Banco farmaceutico, Sergio Daniotti nel suo intervento ha spiegato che il Rapporto rappresenta non tanto e non solo un’analisi sociologica e statistica della povertà, quanto uno strumento per consentire di fare meglio il  lavoro di raccogliere farmaci per gli indigenti e per smuovere idee e coscienze, fornendo al dibattito suggerimenti in termini di politiche pubbliche. A causa della crisi economica derivante dalla pandemia, molte persone sono state spinte in una situazione di indigenza, e chi già era povero vive una condizione di ulteriore marginalità. Pertanto sia nell’ambito del Pnrr, sia in quello delle strategie sanitarie generali, occorre valorizzare adeguatamente il ruolo sussidiario del Terzo settore guardando “a ciò che già esiste”.  Ovvero quello che accade, per esempio in alcune regioni, dove gli enti assistenziali hanno assunto una funzione di sistema non ignorabile dalle istituzioni pubbliche, le quali considerano tali enti partner delle politiche sanitarie, coinvolgendole talora nella co-progettazione del welfare locale a sostegno dei poveri. Ogni anno,il Banco Farmaceutico,raccoglie e recupera farmaci e Dpi pari ad un valore superiore ai 20 milioni di euro (oltre 3,5 milioni di confezioni e prodotti) per consegnarli gratuitamente a 1.800 realtà assistenziali in tutta Italia. Dove operano in tal senso 20mila i volontari, 5mila  farmacie, 17mila i farmacisti e decine le aziende. Nel 2021 sono stati raccolti, tramite il Banco, più di 3.462.000 farmaci e Dpi pari a un valore di oltre 21 milioni 503mila euro. – 27 dicembre 2021 – salvatorecaccaviello

Fonte: Ansa