Ricordando Vali Myers “An Ode To Winnie” di Marco Bakker con Gianni Menichetti e Jodi Phillis

Finalmente disponibile il nuovo libro dedicato alla vita dell’artista australiana Vali Myers vissuta nel Vallone Porto di Positano (SA) dal 1958 fino a poco tempo prima della sua morte avvenuta nel 2003. Il testo “An Ode To Winnie”, si avvale di un cast autoriale internazionale, Marco Bakker, fotografo olandese, Gianni Menichetti poeta e pittore italiano ex compagno, amico e confidente di Vali, e la cantante australiana Jodi Phillis, vincitrice con ‘Everythings Gonna Be Fine’ del Best Original Song ai London Movie Awards del 2021. “An Ode To Winnie” è il secondo capitolo di un progetto artistico cominciato nel 2020 con la pubblicazione di “Running before the Wind” libro in cui Marco Bakker, che conobbe Vali la prima volta nel 2000, ha raccolto tutte le foto scattate alla pittrice e danzatrice di Sydney, impreziosendo l’opera con scritti e riflessioni della stessa, che hanno aiutato a far emergere, come scrisse George Plimpton sul “Paris Review”: il “senso primitivo che è in ognuno di noi” e che Vali con la sua pittura esaltò con straordinaria efficacia, ne sa qualcosa Mick Jagger che delle opere della Myers è uno dei maggiori estimatori oltre che collezionista. La realizzazione di “An Ode To Winnie”, è legata ad un episodio recente, la morte di “Winnie” nel 2021, la tartaruga che dall’inizio dell’avventura di Vali nel canyon selvaggio di Positano le fu sempre accanto: l’ultimo essere vivente, fatta eccezione per Gianni, che ha abitato la valle con lei. In questo dolore il poeta Gianni Manichetti ha intinto la sua penna vergando un’ode che la cantautrice Jodi Phillis ha trasformato in canzone; musiche, poesie e fotografie fanno parte di quest’opera originalissima. Per capire il dolore simboleggiato da “Winnie” non basta rammentare l’elaborazione del lutto che fanno propria coloro che nella vita perdono un animale d’affezione, ma bisogna ampliare il proprio sguardo, capire il senso di profondo rispetto per la natura, che se noi tutti avessimo avuto, non staremmo qui oggi ad indossare queste maledette mascherine che ci coprono (o chiudono?) bocca e identità. Rispetto che hanno sempre coltivato Vali e Gianni facendone una ragione di vita. Quando nel 1954 questa stravagante ballerina diciannovenne del “Melbourne Modern Ballet Company” di nome Vali Myers, giunta nella Ville Lumière da Sydney per fare l’étoile e invece finita “a dipingere nel XIII arrondissement, su la rive gauche“, lascia Parigi, dopo cinque anni vissuti intensamente, l’anno prima gli americani condannavano a morte i coniugi Rosenberg per spionaggio. E a nulla era valso l’appello di Sartre, Picasso, Simone de Beauvoir e Frida Kahlo. L’odio per l’altro, per il diverso non ha mai abbandonato l’essere umano, a pochi anni dalla conclusione della Seconda Guerra mondiale, il mondo di allora diviso tra “Russi” e “Americani” continuava ad ammazzare, lo scrive benissimo Jean Paul Sartre: “Basta che un uomo odi un altro perché l’odio vada correndo per l’umanità intera.” Non si può comprendere un artista senza calarsi nel suo tempo, Vali giunse a Positano lasciandosi alle spalle quel tempo di rinnovato odio ma portando nel proprio bagaglio l’insegnamento di Sartre: “La cosa essenziale nella vita è scegliere. Se ti tolgono la possibilità di farlo è come se ti togliessero la libertà.” Vali ha scelto e lo ha continuato a fare tutta la vita. Ha scelto la natura, scendendo dal piedistallo dove i cosiddetti uomini civilizzati si sono issati e ha vissuto il rapporto con gli animali alla pari, gettandosi alle spalle la società del consumo, dell’apparire e del disprezzo per il diverso. Ecco il senso di seguire i piccoli passetti di una tartaruga come scriveva Emily Dickinson, inseguendo un essere che è su questo pianeta da 250 milioni di anni senza aver mai fatto male ad altro essere vivente. Duecentocinquanta milioni di anni fa già esistevano le tartarughe come Winnie, sapete “Little Boy”, la bomba sganciata su Hiroshima, quanto tempo ha impiegato a cancellare dalla faccia della terra per sempre 70mila tra uomini, donne e bambini: dieci secondi. Questi orrori scientemente  premeditati non appartengono a tutti coloro che dividono con noi le sorti di questo pianeta che con superbia chiamiamo: bestie. Questo significa “Winnie”.
di Luigi De Rosa

Ricordando Vali Myers “An Ode To Winnie” di Marko Bakker con Gianni Menichetti e Jodi PhillisWinnie (ph. Marco Bakker)

Link ufficiale per l’acquisto dei testi: https://runningbeforethewind.com/catalog

Link per Jodi Phillis http://www.jodiphillis.com

Link Marko Bakker http://www.marcobakker.photography/

Generico gennaio 2022
Vali, Gianni e Winnie

Generico gennaio 2022
Vali e Marco presso la vecchia pagoda, Vallone Porto Positano (SA).

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