Sorrento, stabilimenti balneari al Lido San Francesco le associazioni chiedono interventi più incisivi
Sorrento – Ha suscitato molto scalpore la notizia, di qualche giorno fa, del sequestro da parte della Magistratura presso gli stabilimenti balneari a Lido San Francesco. Molti cittadini si sono rallegrati dell’operazione portata a termine dalla Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Torre Annunziata e la Capitaneria di Porto assistiti dalla Polizia Municipale e dall’Ufficio Tecnico Comunale. Oggetto del sequestro, i manufatti abusivi realizzati su suolo demaniale presso gli stabilimenti balneari Peter’s Beach, Leonelli Beach, Marameo e Bagni Salvatore.
Oltre ad essere sequestrate alcune aree, adibite alla ristorazione ma che durante il periodo invernale sono state chiuse con dei pannelli e pertanto ritenute dei nuovi volumi , gli inquirenti si sono soffermati sui vari punti evidenziati dalle varie segnalazioni e denunce effettuate dalle Associazioni ambientaliste e contro le illegalità del territorio sorrentino. Le quali, oltre gli abusi sul suolo demaniale, da anni si battono per la riapertura della vecchia stradina comunale retrostante agli stabilimenti(che dal porto di Marina Piccola un tempo portava al sito archeologico dei Ninfei romani sottostanti all’Hotel Bellevue Syrene) e attualmente occupata,in diversi punti, da vari ampliamenti realizzati ,nel corso del tempo, dai concessionari.
L’operato della Magistratura e la relazione De Stefano – Quella delle presunte illegittimità sul suolo demaniale al Lido San Francesco è una lunga storia che nel corso degli ultimi decenni, ha visto da una parte i cittadini organizzatosi o facenti parte di associazioni, rappresentanti di quella parte di comunità meno abbiente che in un territorio del tutto privo di spiagge libere, pretende il libero accesso al mare; dall’altra parte, le varie amministrazioni comunali che nel frattempo si succedevano al Palazzo di Piazza Sant’Antonino sono sembrate inoperose , sebbene il diritto al mare continuava ad essere sbandierato durante le campagne elettorali. Nel mezzo, l’Autorità Giudiziaria che nonostante varie denunce e procedimenti aperti, anche in relazione dell’occupazione del vecchio percorso pedonale, dava l’impressione di una certa inattività e disinteresse alla problematica più volte evidenziata dalle Associazioni.
Tuttavia, negli ultimi tempi i cittadini hanno potuto registrare una certa evoluzione in tante questioni sospese relative proprio all’occupazione illegittima di suolo demaniale. Di recente , per fare un esempio, vi è stata una vasta operazione da parte della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia circa le concessioni demaniali rilasciate lungo il litorale di Massalubrense, con perquisizioni negli uffici comunali al fine di acquisire atti relativi alle concessioni demaniali, ai lidi balneari e ai permessi a costruire per varie strutture ricettive. Documentazione relativa ad ipotesi di abusivismo edilizio, legati anche ad ipotesi di corruzione.
Infatti, nonostante il lavoro svolto in passato sempre dalla Magistratura, che a seguito anche di una dettagliata relazione del 2016, redatta dal Tecnico Comunale, Arch. Daniele De Stefano con la quale, in diciannove pagine, venivano elencate numerose presunte illegittimità realizzate ed accertate sulle aree demaniali di Marina Piccola a Sorrento , nel 2017 si dispose il sequestro degli stabilimenti balneari lungo la spiaggia San Francesco.
Il permesso a costruire in sanatoria – Successivamente, con lo scopo di non compromettere l’imminente inizio della stagione balneare ed il conseguente licenziamento dei dipendenti , fu la stessa Procura della Repubblica di Torre Annunziata a consentire ai gestori dei vari stabilimenti di riprendere l’attività concedendo una proroga a seguito del rilascio da parte del Comune di Sorrento del permesso a costruire in sanatoria n. 10 del 13 maggio 2017, con validità fino al 31.12.2020, per demolire gli abusi sul demanio. Permettendo in tal modo l’inizio dei lavori di ripristino dello stato dei luoghi a conclusione della stagione balneare, con l’impegno di concordare con l’Amministrazione Comunale la presentazione di un progetto complessivo per l’intera area, volto all’esecuzione/ripristino di un percorso pedonale o carrabile con piccoli veicoli, di sicurezza, postico agli stabilimenti balneari, per il collegamento tra la Piazza Marinai d’Italia ed sito Archeologico sottostante l’Hotel Syrene .
Tale grossa occasione tuttavia non fu per niente presa in considerazione dai concessionari ed anche le attese conseguenti azioni da parte della Magistratura, non si sa per quale ragione, sembrarono improvvisamente essersi arenate. Sulla questione continuò pertanto il totale disinteresse, anche e soprattutto da parte del Comune, nell’avviare i lavori di ripristino come previsti nel permesso a costruire, ormai scaduto e che pertanto andava revocato.
Francesco Gargiulo e la Soprintendenza – Nel sollecitare di nuovo la Magistratura ,circa l’operato di enti istituzionali preposti,tra cui la Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli, nel caso fossero stati accertati anche reati commessi da parte delle Autorità locali,dai Dirigenti e dai Tecnici Comunali preposti ai controlli , le Associazioni ,con a capo Francesco Gargiulo chiesero di fare chiarezza, in quella che a tutti gli effetti sembrava una sorta di remissività voluta anche dal Comune
Con una diffida si sollecitava tali enti a prendersi le responsabilità se, in caso di emergenza, tali illegittime strutture avessero ostacolato il soccorso a persone in pericolo. Immediata fu la risposta da parte della Soprintendenza con la quale si diffidava gli organi preposti ai controlli, ritenendoli responsabili penalmente in caso di gravi incidenti in conseguenza di quella che a tutti gli effetti veniva considerata una assurda situazione. Ciò nonostante , come successo in precedenza con l’operato della Magistratura, anche “l’invito” della Soprintendenza al ripristino dello stato dei luoghi sembrò cadere nel vuoto. Ora l’intervento della Procura della Repubblica di Torre Annunziata ( Napoli ) con il sequestro. – 23 gennaio 2022 – salvatorecaccaviello
In buona sostanza le associazioni insistono nel chiedere azioni più incisive oltre che alla Procura a tutte le istituzioni, Soprintendenza ed amministrazione . Intanto sia gli abusi che le presunte illegittimità dovranno essere dimostrate dalla magistratura e gli stabilimenti balneari hanno contestato tali ricostruzioni . Considerando che la vicenda è sub iudice la redazione è intervenuta e aspetta l’esito delle indagini per ogni valutazione dando spazio a tutte le parti in causa per un intervento.
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