Atrani: assolti i titolari del ristorante e il proprietario del costone roccioso che franò sulla cucina e uccise il cuoco Carmine Abate
Atrani: assolti i titolari del ristorante e il proprietario del costone roccioso che franò sulla cucina e uccise il cuoco Carmine Abate. Fonte La Città di Salerno
Tutti assolti per la morte dello chef Carmine Abate, 44 anni, originario di Tramonti, schiacciato nella cucina del ristorante “da Zaccaria” dal costone roccioso venuto giù senza dargli possibilità di scampo. La Corte di Appello di Salerno, presidente il giudice Siano, ha assolto i titolari del rinomato ristorante, Annamaria Staiano e Zaccaria Pinto , difesi dall’avvocato Luigi Gargiulo, e il proprietario del costone “assassino”, Giovanni Barbaro , difeso dall’avvocato Carmine Giovine.
Per i giudici del secondo grado: il fatto non costituisce reato. Le colpe di quella tragedia sono da ricercare altrove. Forse nella manutenzione della strada.
Gli imputati rispondono, a vario titolo, di omicidio colposo e crollo colposo per il cedimento del costone che fece precipitare i massi sul ristorante. In primo grado gli imputati erano dieci: furono chiamati a giudizio alcuni dipendenti dell’Anas per i lavori di manutenzione al tratto di strada corrispondente alla zona di frana. Quest’ultimi furono tutti assolti. C’è attesa ora per le motivazioni della sentenza che ha scagionato i proprietari del ristorante e il proprietario del tratto roccioso.
Tutte le certezze tecniche crollarono quel 2 gennaio di 12 anni fa quando, anche a causa delle incessanti piogge che caddero sulla Costiera Amalfitano per ventidue giorni, creando vari smottamenti in più zone, si staccò il masso killer che finì proprio sulla cucina dove lo chef stava preparando i pasti per gli avventori del rinomato ristorante. Erano le 10 di mattina, lo chef Carmine Abate era ai fornelli per preparare le pietanze per il pranzo e la frana lo travolse in pieno. Morì sul colpo, seppellito dai detriti, e ogni tentativo di salvargli la vita si rivelò inutile. Fu soltanto un caso che, in quel preciso momento, nel locale si trovava solo la vittima che aveva raggiunto il ristorante bypassando un’altra frana. Aveva ritardato il suo arrivo al locale proprio perché bloccato dall’altro smottamento. La sua morte destò scalpore in tutta la Costiera per le coincidenze (il ritardo per la prima frana) che determinarono la tragedia.
Secondo la pubblica accusa in quella parte di roccia si erano già manifestate avvisaglie che segnalavano il pericolo concreto di un crollo, ma chi aveva la possibilità di intervenire sottovalutò il rischioe non fece nulla. Infatti, in primo grado erano a giudizio anche i tecnici e i responsabili di area dell’Anas che furono assolti. Le uniche condanne furono quelle inflitte ai proprietari del ristorante e al proprietario del tratto roccioso. Gli stessi che la Corte di Appello di Salerno ha assolto all’udienza di ieri perché il fatto non costituisce reato. La morte dello Chef resta così senza responsabili. Salvo ricorso in Cassazione.