Cava de’ Tirreni: ex industria da demolire, i giudici fermano i lavori

Cava de’ Tirreni: ex industria da demolire, i giudici fermano i lavori. Ne parla Giuseppe Ferrara in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano La Città di Salerno.

La possibilità di abbattimento e ricostruzione di un ex opificio della frazione di Pregiato scatena l’ennesimo contenzioso per il Comune nei confronti di una ditta privata incaricata dell’intervento. I lavori, infatti, non sarebbero conformi alle attuali normative previste dal Piano Urbanistico Comunale e così, da Palazzo di Città, è arrivato lo stop prima ancora dell’avvio del cantiere. La vicenda, ad aprile scorso, era già stata attenzionata dai giudici del Tar che, in quell’occasione, avevano sospeso il provvedimento arrivato da Palazzo di Città e si erano espressi a favore della ditta che aveva impugnato l’atto. Tuttavia la questione continua ad andare avanti e, in attesa della prossima udienza, il Comune ha chiesto e ottenuto dal Consiglio di Stato la sospensiva della sentenza del tribunale amministrativo di Salerno in attesa che, sulla vicenda, vengano effettuati ulteriori accertamenti a supporto delle disposizioni arrivate dai tecnici dell’ufficio Urbanistica di Palazzo di Città.

L’immobile dismesso oggetto del contendere si trova in via Luigi De Filippis e da anni è dismesso. A quanto pare, l’intenzione dei proprietari è quella di demolire il fabbricato e provvedere alla ricostruzione con eventuale cambio di destinazione d’uso (da industriale a residenziale). Peccato, però, che le nuove normative previste dal Puc non consentano questi interventi in quell’area del territorio cittadino pedemontana rispetto a Monte Castello. «L’intervento – spiegano infatti da Palazzo di Città – non si configura quale deroga allo strumento urbanistico generale, bensì quale variante allo stesso, in quanto modifica le prescrizioni, i parametri e gli standard urbanistici del Puc. Il che impedirebbe, nell’ipotesi di una realizzazione così come proposta, la fattiva attuazione ». Nonostante tale motivazione, però, i giudici del Tat hanno accolto il ricorso della ditta incaricata dell’intervento e il Comune non ha potuto fare altro che appellarsi al Consiglio di Stato, riuscendo così ad ottenere per ora la sospensiva della prima sentenza. Il caso, quindi, dovrà essere ulteriormente approfondito e passeranno non pochi mesi prima che si possa raggiungere un compromesso a livello legale e urbanistico.

La questione ha riacceso i riflettori su una problematica analoga che sta interessando in questi mesi anche i commercianti della vicina frazione di Sant’Anna che, proprio in virtù delle nuove normative previste dal Puc, sono impossibilitati ad aprire nuove attività commerciali perché non è previsto il cambio di destinazione d’uso degli immobili di loro proprietà (per lo più a uso residenziale o deposito) che dovrebbero essere convertiti in negozi.

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