Discutibile e “stonata” la scelta di far esibire l’amico di Putin a Ravello, città che guadagna milioni di euro con la Russia
Discutibile la scelta di far esibire l’amico di Putin a Ravello, città che guadagna milioni di euro con la Russia fra l’altro. Potrebbe apparire che si faccia per questi motivi perchè , come è noto, in Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina arrivano molti russi e molto ricchi, la cronaca nella Città della Musica parla di matrimoni milionari e non solo. La riflessione su questa scelta, anticipata da Il Mattino di Napoli, ci ha invitati a farla Beniamico Cuomo, uomo di cultura e organizzatore di eventi a Vico Equense, che abbiamo sempre apprezzato, nell’edicola libreria L’Indice di Luigi De Rosa a Piano di Sorrento , un vero e proprio cenacolo, accusandomi anche di essermi “distratto” e riportandomi ai doveri di direttore di una testata giornalistica oramai rappresentativa storicamente della Costa d’ Amalfi. La riteniamo discutibile personalmente, anche se non conosco gli alti e importanti motivi che hanno portato il Ravello Festival a confermare Valery Gergiev amico del presidente Vladimir Putin , senza che questi non si discosti dall’aggressione all’Ucraina, che sta vedendo morire in questi momenti donne e bambini e bombardare anche centrali nucleari. Nessuno gli chiede di dar torto a Putin, ma vorremmo che chiedesse di fermare una violenta aggressione a uno stato semi inerme che ha un solo vero grande precedente nella Storia europea. Anche se non si può assolutamente paragonare questo alla Germania nazista di Hitler, ed è un grave errore farlo, visto che, almeno inizialmente, delle ragioni la Russia le aveva, non ora che continua con l’invasione!” E’ sicuramente la più grande aggressione degli ultimi 80 anni , visto che la guerra in Jugoslavia era una guerra fratricida fra nazioni quasi alla pari , mentre qui siamo di fronte a una super potenza mondiale che aggredisce uno Stato povero e nettamente inferiore. Questa cosa la avrei capita in qualsiasi altro posto, con qualsiasi altra persona, ma non la capisco. Una delle colpe delle guerre e dell’accettazione delle violenze è stato del silenzio complice degli intellettuali. Io non sono d’accordo. Avrei voluto un cambio, un invito a un direttore di orchestra ucraino, senza offesa per il grande maestro russo. Tutto il mondo sta anche rifiutando i soldi russi perchè, almeno in questo momento, sono sporchi di sangue ucraino. Il mondo non può fare nulla per difendere l’Ucraina, un intervento dell’Europa o della NATO o degli USA potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Dobbiamo solo assistere a questo eccidio e piangere, pregare e sperare che le nostre pressioni morali possano servire. Ebbene, purtroppo, anche questo, di scegliere di non far esibire un direttore d’orchestra russo, come si è fatto con gli sportivi, anche gli sportivi che erano contro la guerra non si sono potuti esibire, mentre noi facciamo esibire chi non ha condannato questa guerra. Il problema fondamentale è questo , non è essere o meno contro Putin, non è essere “russofobi” o fare opera ma è essere contro questa guerra che Putin vuole a tutti i costi. E non è così che possiam dare una mano all’Ucraina. Ci chiediamo dove sta Vincenzo De Luca presidente della Regione Campania che fece fuoco e fiamme contro la presenza di Saviano e non parla ora ? Dove stanno gli intellettuali e i pacifisti. Non si tratta di condannare l’amicizia di Putin con il direttore, non si tratta di cancellare la cultura russa, infatti rimane la considerazione per un grande della musica che si potrà reinvitare in periodo di pace . Non si tratta neanche di pensare al fatto che Ravello abbia fatto una scelta dettata ai legami economici con il turismo russo, possiamo credere nella loro buona fede , di fare operazioni culturali, ma poi perchè Saviano no e l’amico di Putin si ? Si tratta di dare un segno , di essere in armonia con il mondo che condanna questa guerra, anche con segni simbolici, facciamo venire un direttore ucraino, facciamo sentire il nostro amore e la vicinanza agli oppressi e la condanna e la presa di distanza da chi sta portando avanti questa guerra.