Turismo e guerra, se si continua previste milioni di disdette e a rischio le assunzioni degli stagionali.
Oltre alla mancanza di turisti russi, anche cinesi e statunitensi potrebbero evitare di visitare il bel Paese, comportando danni per milioni di euro per quella che doveva essere la stagione del rilancio. Forti preoccupazioni tra i lavoratori stagionali.
Quella che da più parti si tenta ancora di nascondere ma che purtroppo con il passare dei giorni sembrerebbe essere una dura realtà, si sta profilando all’orizzonte: la guerra in Ucraina comporterà gravi ripercussioni sul turismo italiano. Un settore che, dopo due anni di chiusure dovute al covid, sperava finalmente di iniziare a respirare con una stagione turistica, quella del 2022, molto promettente, sembra invece avviarsi di nuovo verso la crisi.
Il conflitto russo-ucraino, oltre ai Paesi direttamente coinvolti, sta avendo inevitabili ricadute anche sui bilanci degli altri Paesi e di conseguenza potrebbe limitare anche la voglia di viaggiare e andare in vacanza. A soffrirne pertanto paesi come l’Italia dove, con il suo 13% del Pil nazionale, il turismo rappresenta un pilastro portante dell’economia nazionale.
I primi danni, secondo quando sostiene Federalberghi, già si registrano e si verificheranno in Sardegna per l’assenza dei turisti provenienti dalla Russia che in genere affollano l’isola da Pasqua a settembre e dove sono sempre molto attesi in quanto non badano a spese.
Danni che,in Sardegna, al momento è prematuro quantificare ma tuttavia stimati intorno agli 80 milioni di euro soltanto per l’inizio stagione, anche a causa della decisione da parte del Governo di chiudere i propri cieli ai voli dalla Russia. Inevitabile pertanto immaginare che le presenze diminuiranno con il prosieguo del conflitto e semmai la situazione dovesse migliorare ormai, quella che doveva essere la stagione del rilancio, sembrerebbe già compromessa. Non solo purtroppo le tensioni internazionali non si limiteranno a colpire una sola regione. Il problema, da quanto dichiarato dal Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca ,se il conflitto dovesse aggravarsi, è quello che inizieranno ad arrivare le disdette. Assieme a russi e cinesi, è il caso di ricordarlo, i viaggiatori Usa sono i turisti che spendono di più. E a rimetterci, in tal caso, non saranno solo i grandi hotel a cinque stelle. Per fare degli esempi, oltre alla Sardegna, solo l’assenza dei turisti russi costerà, al Lazio quest’anno 20 milioni di pernottamenti in meno. Mentre secondo le previsioni la Toscana perderà 221mila arrivi. Di fronte ad un tale scenario che non fa sperare niente di buono per il prossimo futuro, si aggraverebbero ulteriormente le condizioni dei lavoratori stagionali del turismo, che già da tempo sopravvivono con forti sofferenze, con il rischio che gli imprenditori limitino fortemente le assunzioni per ovviare, come spesso è già successo in passato, le spese non coperte dalla mancanza di turisti. Si spera, tuttavia, che il buon senso (merce sempre più che rara anche in questo nuovo millenio) alla fine prevalga su quelli che potrebbero essere considerati degli stupidi interessi e che la pace possa ritornare sovrana, in quanto nel mondo, dopo la dura lezione del covid e soprattutto tra le nuove generazioni , vi è tanta voglia di vivere.– 09 marzo 2022 – salvatorecaccaviello.
Fonte:TuttoLavoro24.it