L’Aerofono militare italo/tedesco sulla strada da Positano a Piano di Sorrento, la scuola col balilla e la fame nella guerra raccontate dall’ingegner Fiodo

L’Aerofono militare italo/tedesco sulla strada da Positano a Piano di Sorrento, la scuola col balilla e la fame nella guerra raccontate dall’ingegner Fiodo . In questo periodo dove si parla di possibile Terza Guerra Mondiale ricodiamo che la “Storia è maestra di vita”, andiamo alla nostra storia, agli episodi più rilevanti della Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina .  Abbiamo ricevuto con piacere la telefonata del dottor De Simone titolare della farmacia Elifani che ci fa sapere di un ingegnere ultra ottuagenario che ci ha raccontato molte cose interessanti sulla guerra in Italia , nella speranza che non si ripeta, come fa temere la situazione fra Ucraina e Russia “Eravamo indottrinati dai balilla fascisti anche a quattro anni nelle scuole elementari.. “, nella foto ci fa vedere la sua classe del 1940 dalle suore in Via Carlo Amalfi poi ci racconta della guerra “Nel 1942 abbiamo sofferto la fame, abbiamo ricominciato a mangiare con l’arrivo degli americani…”

Aereofoni

Ci ha incuriositi anche la postazione dell’aereofono, posizionato fra provincia di Salerno e Costiera amalfitana, dove sono sbarcati gli americani dalla Sicilia e venendo da Amalfi e Positano arrivarono in Penisola Sorrentina conquistando la Campania. Si trovava verso le curve dello “Scaricatoio” ,poi da qui sono scappati e hanno fatto saltare il ponte di Seiano a Vico Equense, stando ad alcuni resoconti, ma non conosciamo la verità storica .

Cosa sono gli aerofoni?

questo strano apparecchio ne è la testimonianza, dimostrando tutto il divario tecnologico esistente tra l’Italia e le principali nazioni in conflitto. Si trattava in pratica di un intensificatore di suoni, una sorta di microfono direzionale che permetteva di captare i rumori a lunga distanza e individuare così la direzione di provenienza di aerei nemici. Per il suo utilizzo venivano impiegati in prevalenza ciechi così da sfruttare la maggiore sensibilità acustica, ne parla Stefano Campolo su Stati Generali

Concepita durante la Prima Guerra Mondiale, agli albori dell’aviazione militare, questa tecnologia poteva considerarsi obsoleta all’avvicinarsi del secondo conflitto mondiale. Mentre inglesi, americani, russi e tedeschi (tra gli altri) avevano portato avanti le ricerche sulle onde elettromagnetiche che avrebbero consentito lo sviluppo e l’utilizzo del radar già nei primi anni di guerra, in Italia la difesa dagli aerei nemici era affidata al rilevamento delle onde acustiche. E fu una delle concause del successo dell’operazione “Judgment”. Alle 22.58 dell’11 novembre 1940 la marina britannica attaccò la baia di Taranto mandando a picco la corazzata Cavour, dannenggiando gravemente le corazzate Littorio e Duilio, colpendo l’incrociatore Trento, due cacciatorpediniere, immobilizzando metà della squadra navale regia e ponendo fine alla supposta supremazia italiana nel Mediterraneo. I venti aerosiluranti inglesi decollati dalla portaerei Illustrious, in avvicinamento del bersaglio, avevano infatti spento i motori per non essere identificati, vanificando così la stazione di aerofoni posta a guardia del porto.

La mancanza di risorse per finanziare gli studi sul radar, aveva spinto l’Italia a investire negli aerofoni. Costruiti dalle Officine Galileo di Campi Bisenzio (oggi Leonardo, già Finmeccanica), erano rudimentali sistemi di intercettazione acustica. Come detto, gran parte del personale impiegato per il loro utilizzo era non vedente e tra il 1940 e il 1943 furono quasi novecento i ciechi a superare i test attitudinali per diventare “ascoltatori”. Secondo i comandi militari italiani gli aerofoni, rispetto ai radar e ai sonar che funzionano con l’eco delle onde trasmesse, avevano il vantaggio di non essere individuabili in qunto strumenti meramente passivi. In realtà, vista anche la scarsa portata, gli aerofoni furono presto superati.

Rudimentali ma non quanto i muri d’ascolto o muri acustici, strutture in muratura a superficie piana o parabolica con una fossa rotonda al centro dove talvolta veniva posizionato l’aerofono, ma più spesso il soldato non vedente che grzie alla sua sensibilità captava il rumore dell’apparecchio nemico in avvicinamento, ne individuava la direzione spostandosi su una bussola girevole là dove l’intensità del suono era maggiore e dava l’allarme. Il sistema era talmente semplice che alcuni storici non esitano a definire questo strumento “paleolitico” rispetto alle tecnologie disponibili all’epoca.

 

La scuola  all’epoca del Fascismo , figli della lupa e balilla  in Via Carlo Amalfi a Piano di Sorrento

 

La foto concessaci gentilmente dall’ingegner Fiodo risale al giugno 1940, inizio della entrata in guerra . Il fascismo  improntava fortemente l’anno scolastico con attività di propaganda.Innanzitutto tra le materie era prevista insieme alla storia ,la cultura fascista e dai registri delle scuole rurali dell’Opera Balilla la cultura fascista nella prima classe era compresa nella voce nozioni varie, conversazione e recitazione, nella seconda classe era compresa nella voce lettura espressiva e recitazione, conversazioni di igiene, nozioni varie e dalla terza classe era abbinata alla storia.In questi registri nella parte dedicata alle qualifiche degli alunni, per ogni alunno erano riportate le generalità, oltre al nome e cognome, tipo di scuola da cui proveniva, se era ripetente, se era vaccinato doveva essere indicato se era balilla o avanguardista (per i maschi), piccola o giovane italiana (per le femmine) il numero della tessera con l’anno dell’era fascista e con quali mezzi era assistito dall’Opera Balilla. Le organizzazioni giovanili previste dal fascismo erano infatti erano per i maschi: FIGLI DELLA LUPA fino ad 8 anni, BALILLA 8 -14 anni, AVANGUARDISTI 14 -17 anni; per le femmine: FIGLIE DELLA LUPA fino ad 8 anni, PICCOLE ITALIANE 8 -14 anni, GIOVANI ITALIANE 14 -17 anni. La partecipazione alle adunate e alle feste patriottiche è stata occasione per lezioni di cultura fascista, storia, geografia e cenni sul quaderno diario e di nozioni varie”.Le date memorabili alle quali si riferisce il maestro, che venivano commemorate ogni anno, erano la presa di Addis Abeba nella guerra d’Etiopia nel 1936, la proclamazione dell’Impero Etiopico sempre nel 1936 e gli alunni quell’anno avevano seguito tramite le informazioni sui giornali portati in classe dagli insegnanti le varie tappe della guerra d’Etiopia e le vittorie riportate dai  soldati italiani e i discorsi del duce alla radio. La seconda parte dell’anno scolastico vedeva due importanti cerimonie di commemorazione storica, l’anniversario dei Fasci di Combattimento ilo 23 marzo ed il natale di Roma il 21 aprile, giorno dedicato anche alla festa del lavoro

 

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