Giovanni Falcone, fra depistaggi e mancanze istituzionali dopo 30 anni di Retorica. Intanto ucciso il magistrato anti mafia Pecci

Giovanni Falcone, fra depistaggi e mancanze istituzionali dopo 30 anni commemorazione con grande retorica .

Riportiamo due pezzi di agenzia sulla vicenda

“Il modo migliore in cui le istituzioni possono ricordare Falcone e i nostri morti è di creare le condizioni perché i magistrati proseguano in modo efficace la ricerca della verità anche sulle entità esterne alla mafia che verosimilmente parteciparono all’ideazione, organizzazione ed esecuzione dell’attentato.

La sua eredità è già stata tradita? A mio avviso, sì…”.
Lo afferma il magistrato Nino Di Matteo un’intervista a Oggi

Così Tina Montinaro, vedova del caposcorta del giudice Giovanni Falcone morto nell’attentato di Capaci, commenta il caso dei condannati per mafia impegnati nella campagna elettorale.

E’ una delle voci più critiche del movimento antimafia e a Livesicilia dichiara di condividere la denuncia dell’ex magistrato Alfredo Morvillo. “Da trent’anni – dice – andiamo avanti e facciamo memoria. Ora, per il trentesimo delle stragi, ci ritroviamo in una situazione come questa. Vuol dire che stiamo commemorando con grande retorica. C’è solo quella e niente altro”.
“Siamo al fatto che cambia tutto per non cambiare mai nulla – osserva Tina Montinaro – parliamo sempre ai giovani, ma non mi pare che stiamo dando un grande esempio. Allora come possiamo pretenderlo? Mi si continua a girare lo stomaco”.
Peter Gomez sul Fatto Quotidiano ricorda come i parlamentari ancora oggi non abbiamo fatto la legge contro il carcere per i reati di diffamazione ai giornalisti ( cosa che ci fa scendere in basso nel mondo per la libertà di stampa ) e dell’ergastolo ostativo che impedirebbe la scarecerazione di boss della camorra in automatico dopo 26 anni di reclusione.

Che il mondo della politica sia colpevole per questa morte è un fatto oramai conclamato mentre nel mondo si piange il Falcone del Sud America , il magistrato che voleva estirpare la mafia dalla Colombia , ucciso in maniera efferata ieri

Parliamo del procuratore del Paraguay, specializzato contro la criminalità organizzata e il narcotraffico, Marcelo Pecci. Si trovava in viaggio di nozze con la moglie, nell’isola di Barú, nella città colombiana di Cartagena.

Secondo media locali Pecci è morto dopo essere stato attaccato con armi da fuoco da ignoti su una spiaggia dove era in luna di miele con la moglie Claudia Aguilera, con la quale si è sposato il 30 aprile

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