Massimo Capodanno il fotoreporter di Positano, ricordato dall’ANSA e dal Corriere della Sera

16 maggio 2022 | 17:37
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Massimo Capodanno il fotoreporter di Positano, ricordato dall’ANSA e dal Corriere della Sera

Massimo Capodanno il fotoreporter di Positano, ricordato dall’ANSA e dal Corriere della Sera

Il ricordo dell’ANSA

Morto Massimo Capodanno, storico fotografo dell’ANSA

Si è spento questa mattina all’età di 77 anni lo storico fotoreporter dell’agenzia ANSA Massimo Capodanno. Nato a Roma il 21 ottobre del 1944, è approdato alla fotografia negli anni Settanta.Con le sue immagini ha raccontato l’Italia con le sue contraddizioni: la violenza degli anni di piombo, le personalità della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, le tragedie che hanno sconvolto il Paese, senza dimenticare i presidenti della Repubblica e i papi che si sono succeduti. Capodanno non si è limitato al racconto dei grandi eventi, si è anche dedicato alle storie di persone comuni, raccontando vizi e virtù di un Paese in cambiamento. Il suo tesoro, le immagini da lui realizzate, rimangono per sempre nella nostra memoria. Alcune più delle altre, specie quelle drammatiche come il cadavere del bambino fotografato nelle acque di Ustica, dopo la strage, diventato simbolo di una pagina dolorosa e oscura della Repubblica.

Il ricordo del Corriere della Sera a firma di Gabriele Bojano

Addio a Massimo Capodanno, nelle sue foto mezzo secolo di cronaca italiana

fatti di maggiore impatto emotivo di fine secolo scorso nei suoi scatti rigorosamente in bianco e nero: dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro al terremoto dell’Irpinia del 1980, dall’attentato a Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro alla visita dello stesso Pontefice al suo attentatore Ali Ağca nel carcere di Rebibbia. (la fotogallery allegata con gli scatti più significativi è un omaggio). Massimo Capodanno, scomparso oggi all’età di 77 anni, era un fotoreporter di razza che fino all’ultimo non ha rinunciato ad immortalare ciò che accadeva intorno a lui, nel suo «buen retiro» di Positano dove aveva scelto di vivere dal 2007, anno in cui era andato in pensione, sempre con la macchina fotografica a portata di mano . «Non si sa mai in cosa puoi imbatterti. La fotografia a volte è anche fortuna, un colpo di c…», disse una volta in un’intervista. Vero e proprio «storico dell’istante», al fotoreportage giunse quasi per caso in quanto inizialmente era attratto dalla pittura e scultura. Inizi a Firenze nel 1967 in un laboratorio di fotolitografia per apprendere le arti grafiche. L’anno dopo si trasferisce a Milano in cerca di lavoro nella pubblicità e comincia a lavorare come fotografo in una galleria d’arte, riprendendo i vernissage degli artisti. La svolta professionale nel 1969 a Londra quando nello studio di Jeff Vickers fa da assistente ai fotografi di moda e pubblicità come Mark Hammilton e Duncan Willet (clicca qui per continuare a leggere l’articolo di Gabriele Bojano sul Corriere della Sera )