Omicidio Willy: chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi
Omicidio Willy: chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi. Nuovi sviluppi sull’assassinio di Willy, il 21enne che ha perso la vita durante una rissa, per difendere un compagno nella notte del 6 settembre 2020. Pesanti le richieste di condanna della Procura di Velletri per il branco, !i quattro di Artena”, che hanno massacrato di botte Willy Monteiro Duarte davanti ad un locale di Colleferro, in provincia di Roma.
In sette ore di requisitoria, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Frosinone, i sostituti procuratori Francesco Brando e Giovanni Taglialatela, hanno ricostruito le fasi di quella drammatica notte in cui il corpo di un ragazzino venne “utilizzato come un sacco di pugilato” nel corso di “una aggressione becera e selvaggia messa in atto da quattro individui”. Una azione volontaria, una furia omicida ai danni di un giovane che si è trovato “nel posto sbagliato al momento sbagliato”: una lite scoppiata fuori a un pub, il “Due di picche” poi l’arrivo dei quattro che, come raccontato da un testimone, scesero da un’auto e si lanciarono contro chiunque capitasse a tiro. Secondo i rappresentati dell’accusa chiunque quella notte, in quella piazza, avrebbe potuto fare la fine di Willy. Un ruolo centrale nella requisitoria ha avuto il modus operandi dei quattro e in particolare la loro conoscenza della Mma, l’arte marziale di cui i Bianchi sono esperti, che è stata utilizzata come arma per “annientare il contendente” e di “farlo senza considerare le conseguenze dei colpi”.
“Colpi tecnici dati per fare male, violentissimi per causare conseguenze gravissime. Dagli esami della scientifica è emerso che sulla scarpa di Belleggia ci sono tracce biologiche di Samuele Cenciarelli che aveva provato a difendere Willy. Anche Cenciarelli poteva morire quella sera”.
I pm in aula hanno smontato anche le ricostruzioni fornite nel corso del processo da due testi, Roussi Faiza e Aldo Proietti, chiedendo la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza. Il pestaggio è durato circa 50, interminabili, secondi in cui la vittima è stata raggiunta da colpi a ripetizione: “50 secondi di sofferenza incredibile”.
Gli imputati infierirono sul corpo del giovane quando era a terra e inerme: una azione che rientra totalmente nell’omicidio volontario. Per l’accusa i quattro quella notte “volevano uccidere” e “Willy di fatto non si è difeso, è stato colto di sorpresa in una vicenda in cui non c’entrava nulla”.
“Noi pensiamo che questo sia un omicidio doloso, volontario e non preterintenzionale”, hanno detto i pubblici ministeri sostenendo che tutti e quattro hanno preso parte al pestaggio. Dalle intercettazioni presenti agli atti dell’indagine sono arrivate conferme su quella tragica notte. Pincarelli, in un colloquio carpito, afferma in dialetto: “gli so tirato quando steva per terra” (l’ho picchiato quando era a terra, ndr)”.