Positano, prosegue il corso di teatro. Fantastica la location all’Auditorium Scielzo nelle ex elementari
Positano, prosegue il corso di teatro con il laboratorio di scrittura creativa Giampietro Marra e di recitazione con Antonio Speranza , che arrivano da Agropoli nel Cilento per condurre questi corsi . Fantastica la location , l’Auditorium Scielzo, il grande artista che ha realizzato, fra l’altro, i costumi originali del corteo dell’Antica Repubblica Marinara d’ Amalfi , nelle ex elementari, che sono state prensate come un centro sociale e culturale dall’amministrazione comunale della perla della Costiera amalfitana, ed è stato davvero emozionante veder rivivere il nostro plesso .
Oggi, venerdì 6 maggio 2022, il direttore di Positanonews Michele Cinque, accompagnato dalla direttrice artistica Giulia Talamo, ha potuto intervistare il maestro del laboratorio di scrittura creativa, Giampietro Marra. Ecco cosa si sono detti .
Innanzitutto, cos’è la scrittura creativa?“La prima cosa che abbiamo discusso qua insieme è proprio che la scrittura creativa io la insegno perché sto cercando di capire cos’è. È molto più interessante ragionare in questi termini, cioè qualcosa che non esiste ancora, oppure ancora non è stata compresa, e che quindi bisogna anche insieme andare a capire – ci ha detto -. Il laboratorio di scrittura creativa servirà a dare dei testi per quello che sarà uno spettacolo, una realizzazione finale, e abbiamo avuto varie idee. Tutto quanto si baserà sulla metafora dell’albero. Poi, chiaramente, vedendo lo spettacolo sarà tutto più chiaro”.
Tra le regole fondamentali della scrittura creativa c’è anche la Leggerezza, come la intendeva Italo Calvino in Lezioni Americane?“Sicuramente Leggerezza e le Lezioni Americane di Italo Calvino sono un must, un’ottima base da cui partire. Infatti prima stavamo ragionando proprio su questo: bisogna avere un linguaggio comune, bisogna essere chiari, bisogna essere precisi, bisogna disambiguare continuamente il segno, il simbolo, quando serve, oppure confondere le acque. Diciamo che le regole base sono quelle che i grandi del passato ci insegnano. La leggerezza, per esempio, essere leggeri come una piuma. Sicuramente è un punto di partenza, è un sapere condiviso di base, che per me è poco più che conoscere la grammatica di base. L’importante, essenziale, senza la quale non si può scrivere. Però quello che noi cerchiamo di fare è raccontare una o più storie. Raccontare storie è il nostro scopo”.
Come fare a capire se si è portati a raccontare storie? “La vocazione a raccontare storie nell’essere umano è intrinseca, quasi impressa nel dna. Sin dagli albori più lontani, intorno ad un fuoco, vogliamo immaginare, in maniera anche forse stereotipata, che si raccontavano storie. Le storie hanno una funzione, non sono solo fiction. La storia ha una funzione, per esempio, didattica. Può essere educativa, può essere di semplice sollazzo per l’anima. Ebbene, ogni storia ha il suo perché ed il suo diritto di esistere”, ha affermato.
In conclusione mentre il direttore sentiva anche Antonio Speranza e il suo gruppo gli sono stati fatti anche gli auguri di compleanno, molto graditi proprio nel plesso che ha frequentato da bambino, insomma davvero un doppio successo questo evento, sia per il laboratorio che per l’idea di far rivivire questo spazio che si presta ad avere tante potenzialità per i cittadini .