Vico Equense, mai portato a termine il procedimento di acquisizione sanante sulle cooperative di Via Le Pietre: chiesti milioni di euro

Vico Equense, mai portato a termine il procedimento di acquisizione sanante sulle cooperative di Via Le Pietre: chiesti milioni di euro. Riportiamo di seguito il post pubblicato sulla pagina Facebook Verità sulle Cooperative di Via Le Pietre – Vico Equense:
Nel 1978 i nostri genitori si sono costituiti in cooperativa per accedere ai piani di edilizia economica e popolare che la regione Campania pubblicò in favore di famiglie non aventi alloggi di proprietà.
Nel 1979 il Comune di Vico Equense espropriò il fondo sul quale oggi ci sono le nostre case, e lo concesse agli affidatari dietro pagamento del presso costituito dalla somma stimata per l’esproprio.
Il Comune ed il proprietario del fondo
Il Sig. Lauro, proprietario del fondo, da subito si oppose all’esproprio attivando una serie di azioni legali culminate con la richiesta dinanzi al giudice civile dell’annullamento del piano di edilizia economica e popolare fatto dalla Regione Campania e sul quale poggiavano le nostre convenzioni con il Comune di Vico Equense.
Aspetto importante è che il contendere va dal 1979 al 1989, e non meno importante è che nei vari gradi di giudizio il Comune e la Regione più volte non si sono neanche difesi.
Alla fine il giudice civile riconosce l’illegittimità del piano di edilizia economica e popolare, facendo decadere di fatto le convenzioni che il comune dieci anni prima aveva stipulati con gli affidatari degli alloggi ormai costruiti ed abitati da 27 famiglie.
Ottenuto l’annullamento dell’atto espropriativo, il Sig. Lauro avvia un nuovo procedimento giudiziario tendente ad ottenere il valore del bene illegittimamente espropriato, oltre interessi, rivalutazioni e quant’altro. Siamo agli inizi degli anni 90, ma dobbiamo saltare al 2010, anno in cui la vicenda amministrativa si conclude con la condanna del Comune al pagamento di quanto dovuto al proprietario del fondo: una somma che già superava i tre milioni di euro.
In soccorso del Comune arriva una legge ad hoc che consentiva (art. 42 bis) l’acquisizione sanante del fondo, una straordinaria e vantaggiosa opportunità che avrebbe sterilizzato le esorbitanti richieste del proprietario del fondo in quanto ad esso riconosceva unicamente una indennità che al calcolo dava una somma di circa 624.000,00 euro.
Il Comune nel 2011 avviò il procedimento di acquisizione sanante, e parallelamente il proprietario si rivolse nuovamente al giudice per avere il riconoscimento delle sue spettanze: una sorta di corsa contro il tempo, perché se il Comune concludeva il procedimento di acquisizione sanante (peraltro avviato nel 2011) prima dei tre gradi di giudizio avviati per avere il valore venale del bene a suo tempo illegittimamente espropriato, il danno era di 624.000,00 ero e non di milioni.
ma….quel procedimento il comune NON LO HA MAI PORTATO A TERMINE.
E così, due anni dopo (siamo al 2013) il giudice in terzo grado chiude la questione riconoscendo ai Sig. Lauro non più il valore dell’acquisizione sanante bensì il valore del bene, comprensivo di interessi, rivalutazioni, ecc.
Per intenderci:
Valore acquisizione sanante: 624.000,00
Importo dovuto a seguito di condanna: 4.200.000,00 circa
Il Comune questi soldi li vuole da noi.
Noi chiediamo il vostro aiuto perché se il comune avesse portato a termine gli atti per l’acquisizione sanante il danno era di 624.000,00 euro e non di milioni: noi vogliamo pagare ma non per gli errori commessi a nostro danno.
Non abbiamo referenti politici, non abbiamo santi in paradiso: siete la nostra ultima spiaggia per porre all’attenzione di tutti l’ingiustizia che stiamo patendo.