Amalfi: confermato dal giudice il licenziamento dei parcheggiatori indagati
Amalfi: confermato dal giudice il licenziamento dei parcheggiatori indagati. Il Tribunale di Salerno, Sezione del Lavoro, ha rigettato il ricorso di cinque dei sei parcheggiatori dipendenti della municipalizzata Amalfi Mobilità e licenziati a febbraio 2021.
Con sentenza del 7 giugno, il giudice Francesca D’Antonio ha confermato il licenziamento, non accogliendo i motivi dell’impugnazione. I parcheggiatori chiedevano di accertare l’illegittimità del licenziamento, facendo rilevare l’inutilizzabilità delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, con conseguente insussistenza dei fatti; la genericità della contestazione disciplinare; la violazione del principio di tempestività della contestazione disciplinare.
L’operazione, denominata BERMA PARKING in ragione del nome del parcheggio oggetto d’indagine, è frutto di un’accurata attività investigativa avviata dagli uomini dell’Arma e coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno a partire dall’estate 2019, mediante lo svolgimento di mirati servizi di osservazione e pedinamento condotti della locale Stazione Carabinieri. I militari amalfitani avevano più volte ricevuto segnalazioni da partedi alcuni avventori del parcheggio sul porto situato alla fine del Lungomare dei Cavalieri di una inusuale consegna della somma da pagare per il servizio direttamente all’operatore preposto ad ausiliario alla sosta, invece che inserirla nell’apposita cassa automatica.
A quel punto i CC hanno voluto vederci chiaro, verificando personalmente le condotte poste in essere dai dipendenti: effettivamente, grazie anche all’acquisizione di alcune telecamere di videosorveglianza, è stato possibile accertare che gli indagati, in oltre 300 episodi riscontrati in soli tre mesi di osservazione, dopo aver verificato mediante l’apparecchio elettronico che conteggia il tempo effettivo di sosta, si facevano consegnare la somma dovuta per il parcheggio dai numerosi turisti che avevano usufruito del servizio e, invece di inserire il dovuto nell’apposita cassa continua, intascavano il denaro, restituendo agli avventori un chip coin “scarico”, che apriva la sbarra posta all’uscita del parcheggio.
In altre circostanze, invece, gli operatori invitavano gli utenti ad attendere in auto nell’area di uscita dal parcheggio, riscuotendo direttamente il denaro previsto per la sosta e consentendo l’uscita delle vetture con l’attivazione manuale della sbarra, mediante l’apposito pulsante di emergenza, bypassando così l’utilizzo della cassa automatica.
Già lo scorso 14 ottobre 2019, i militari dell’Arma avevano tratto in arresto un altro dipendente della municipalizzata comunale di 65 anni, per i medesimi fatti, colto nella flagranza del reato di farsi consegnare da alcuni malcapitati viaggiatori, chiaramente ignari di quanto stava accadendo, la somma di danaro per il pagamento del parcheggio, ricevendo in cambio (anche in quel caso) un chip coin, preventivamente scaricato, per uscire con la loro vettura.
Per comprovare le condotte criminose, i turisti, lasciata l’area di sosta, venivano invitati in caserma dai Carabinieri per riferire nel merito, dove hanno confermato per filo e per segno quanto loro accaduto.
Visti gli elementi raccolti, univoci e fortemente concordanti, nell’arco dei mesi in cui si è svolta l’indagine, supportata anche da attività tecniche di intercettazione telefonica, il GIP del Tribunale di Salerno ha emesso nei confronti degli indagati – che hanno cagionato alle casse comunali un danno di ca. 10.000 € – la misura della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio per dodici mesi, con interdizione totale dalle attività ad esse inerenti.