Non solo rifugiati da guerra: si pensi a una comunità per i senzatetto in Penisola Sorrentina

Rifugiati dalla guerra in Ucraina o in altri paesi trovano sempre posto in Penisola Sorrentina. Insieme ai comuni della costa d’Amalfi si tratta di un territorio che ha ben accolto chiunque avesse bisogno d’aiuto. Un grido d’allarme concreto giunge invece da chi si interfaccia ogni giorno con i senzatetto. Si tratta di una realtà in netto aumento negli ultimi tempi, in cui le istituzioni hanno un ruolo chiave. Chiesa, Stato e Comuni – che dovrebbero garantire la loro presenza nel sociale – non agiscono sufficientemente. Ed è così che, all’ennesima richiesta d’aiuto per una persona senza fissa dimora in Penisola Sorrentina, non possiamo far altro che lanciare un appello per una casa di accoglienza per i senza tetto. Abbiamo già segnalato la precarietà di un uomo in Via delle Rose a Piano di Sorrento, un ragazzo e una donna sotto al ponte a Meta Alimuri, un uomo a Piazza Lauro a Sorrento sotto i porticati, solo per dirne alcuni. Tutti hanno una dignità e hanno bisogno, per lo meno di dormire in un luogo coperto. La dignità infangata non è solo la loro, ma quella dei comuni stessi: non è bello mostrare il degrado in un luogo turistico come la Penisola Sorrentina, ma non è per altrettanto bello e umano pensare solo a scacciarli per risolvere il problema. Così come ci si impegna per chi cerca esilio dalla guerra, si deve fare per loro. L’unica loro colpa è che sono originari della Penisola Sorrentina e la loro terra non gli trova un riparo che sia almeno una comunità. E’ normale che a proporre questo sia Positanonews, un giornale, mentre Chiesa e Servizi Sociali girano la faccia dall’altra parte?

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