Piano di Sorrento, Don Pasquale Irolla trasferito a Capri? 10 anni fa si tentò giustpatronato
Torniamo sulla vicenda Don Pasquale Irolla scoppiata alcune settimane fa. Si tratta della notizia secondo cui il parroco di Piano di Sorrento pare sia destinato a trasferirsi a Capri a fine stagione. La notizia non è stata anticipata da Positanonews, anche se Positanonews è stata la prima e unica testata giornalistica a seguire la vicenda. A febbraio lo scrissero su un blog, attribuendo questo trasferimento all’impegno politico della parrocchia carottese e dell’Arciconfraternita e Centro Parrocchiale a favore di Salvatore Cappiello tramite l’attuale presidente del consiglio Giovanni Ruggiero . Che la Chiesa fosse scesa in campo determinando la sconfitta di Vincenzo Iaccarino, che altrimenti avrebbe vinto le elezioni, è una tesi affermata in un pamphlet anche dal giornalista carottese Vincenzo Califano , da blog e social network, ma da qui a determinarne il trasferimento ce ne vuole . A sentire ambienti vicini alla Chiesa non si attribuisce a questo, ma neanche se ne sa il motivo. Precisiamo che non vi è ufficialità, ma ufficiosamente tutti gli ambienti ecclesiastici lo sanno, noi , ripetiamo, non abbiamo fatto altro che raccogliere queste voci quando si sono fatte insistenti e numerose. E , soprattutto, non smentite da nessuno.
La decisione dal Vaticano
Una decisione che si riteneva giungesse dal Vescovo Francesco Alfano della Diocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia , ma ora si attribuisce questa scelta ai “poteri forti” di Città del Vaticano. Si tratta pur sempre di voci di corridoio . Intanto la comunità di Piano non vuole lasciare andare così facilmente la sua figura di riferimento in favore di un parroco di Castellammare diStabia. Ma senza scomodare Roma, Alfano è sempre stato contrario al mantenere per troppi anni un parroco in un solo posto, ma, molti non lo sanno, don Paquale e tanti altri non sono parroci .
A Piano di Sorrento, e Sant’Agnello, non ci sono parroci ma solo amministratori
In realtà in alcune parrocchie della Penisola Sorrentina è parroco chi viene eletto . La fine di fatto dello Jus Patronatus è stata decretata dal Vescovo Alfano. Non lo ha abrogato, semplicemente non vi sono parroci , ma amministratori. Il Giuspatronato non può essre abrogato perchè è previsto nel codice di diritto canonico, Alfano lo ha di fatto disapplicato, non violando il codice ma trovando l’escamotage di nominare amministratori. Don Pasquale lo è dal 2006… il parroco precedente don Arturo, che riuscì a costruire un consenso e un’influenza enorme, fu spostato, anche se eletto, perchè divenne Vescovo, altrimenti sarebbe rimasto per sempre. Ora è Vescovo di Avellino, ma il cordone ombelicale con la sua Piano di Sorrento non lo ha mai reciso .
10 anni fa il Giustpatronato
A questo punto una domanda sorgerebbe spontanea: perché non invocare lo ius patronatus, meglio noto nella sua espressione non latina “Giustpatronato”? Che noi sappiamo solo Mimmo Cinque ha sollevato il problema . Sembrava che solo Domenico Cinque protestasse in verità ci è stata riferita questa mattina, ma senza voler fare dichiarazioni ufficiali o interviste, è che sin dai tempi in cui don Pasquale ottenne l’affidamento della parrocchia al posto di Don Arturo Aiello diventato poi vescovo, l’Arciconfraternita provò ad esercitare il Giustpatronato ben 10 anni fa, senza esito positivo. Già il vescovo di allora fermò tutto , infatti, temeva un terremoto elettorale come è avvenuto con Mortora, dove fu eletto un parroco non gradito dall’allora Vescovo, dunque decise di non rinnovare lo ius patronatus. Alfano ha risolto per sempre il problema lasciando tutti amministratori .
Che cos’è il Giustpatronato?
Il giuspatronato è il diritto di “patronato” sul beneficio ecclesiastico esistito in passato che riguardava il riconoscimento giuridico della Chiesa di tale “controllo”. Il giustpatronato spettava a chi ha costituito la dote patrimoniale del beneficio al momento della sua fondazione o l’ha incrementata successivamente, nonché ai suoi successori legittimi. Questo diritto poteva essere ecclesiastico, se goduto da enti, corpi o persone ecclesiastiche (come un monastero maschile o femminile, un capitolo canonicale, un pievano etc.), oppure laicale.
L’unica vera battaglia per il Giuspatronato fatta da Rosario Salerno a Sant’Agnello
Sembra strano ma non sono stati i carottesi a fare le battaglie principali per il Giuspatronato, bensì la battaglia campale avvenne a Sant’Agnello con ricorsi che arrivarono sino a Roma e al Papa, ma inutilmente. A farla fu Rosario Salerno, forse l’unico che arrivò ai mezzi legali, ma fu lasciato praticamente quasi da solo. La realtà è che ben difficilmente il Vescovo cederà e che per le chiese che hanno i Giuspatronato non ci saranno più parroci, perchè non possono essere nominati dal Vescovo ma eletti, ma solo amministratori.