Piano di Sorrento, Mons. Arturo Aiello invita a rimandare le discussioni sul Giuspatronato. Domenico Cinque: “Da laico vado avanti”

Piano di Sorrento. Ieri sera a celebrare la Santa Messa nella Basilica di San Michele Arcangelo Mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino e per tanti anni parroco proprio della Parrocchia carottese. Durante la sua omelia Mons. Aiello ha toccato anche il tema del Giuspatronato: «Dopo le polemiche, dopo le delegazioni, i congressi ed i convegni sul Giuspatronato vengano rimandati ad altri tempi. Si può anche discutere ma non adesso. Si può discutere anche l’anno prossimo ma adesso no. Vorrei che cominciasse per voi il tempo in cui ci mettiamo in ginocchio per lui e per noi».
Un invito che arriva a pochi giorni dall’incontro nella Basilica di San Michele Arcangelo organizzato dall’Arciconfraternita Morte e Orazione di Piano di Sorrento per parlare della storia del Diritto di Patronato. L’appuntamento è per sabato 25 giugno alle ore 19.00. Sappiamo benissimo il forte ascendente che “Arturo”, come viene affettuosamente chiamato il vescovo dai parrocchiani di San Michele Arcangelo, ha sempre avuto e continua ad avere sulla comunità carottese ed a questo punto ci si chiede se le sue parole possano avere delle ripercussioni sull’appuntamento e, soprattutto, se ci sarà una partecipazione minore dei fedeli.
Dopo le parole forti di Mons. Aiello non si è fatto attendere un commento da parte del carottese Domenico Cinque, che da 16 anni lotta affinché si possa finalmente ripristinare lo “Ius Patronatus” in modo da consentire ai fedeli di eleggere il proprio parroco esercitando il proprio diritto. Ecco il suo post: «Come accade spesso appena la Parrocchia o la Diocesi va in difficoltà arriva l’aiuto da Avellino. La parola d’ordine che già sapevo circolare clandestinamente ora è il dictat che arriva pubblicamente “del giuspatronato parliamone poi, fra un anno o due, ora si faccia silenzio” in sintesi non disturbate il manovratore. Ormai sono rassegnato a ricevere risposte per interposta persona. Vediamo ora cosa accade, se veramente cadrà il silenzio o se i colleghi di navigazione finalmente ignoreranno le “raccomandazioni” irpine e dimostreranno che la nostra Parrocchia sa pensare con la propria testa. In particolare sabato mi volterò sulla mia sgangherata barchetta e spero di trovare, insieme alla mia piccola vela, ancora alta la grande vela nera e non di vederla trasformata in un poco più di un centrotavola. Sono 16 anni che rinviamo… Non credo che la discussione sul giuspatronato possa interferire sullo spostamento di don Pasquale in quanto la terna dei candidati la sceglie il vescovo e quindi basta che non inserisca don Pasquale semmai serve ad avere finalmente un vero parroco e non un amministratore parrocchiale. Poi se chi vede Arturo come padre vuole rinviare la discussione di accomodi pure, io da laico vado avanti come faccio da 16 anni».