Sorrento (NA) Mercoledì 27 luglio, il Maestro Maurizio Mastrini, in occasione della sua esibizione, raggiunge a piedi nudi il pianoforte posto al centro del Chiostro di San Francesco dove di lì a poco si esibirà proponendo al pubblico, in apertura del suo concerto, un omaggio al grande Ennio Morricone. Mastrini si presenta scalzo con i capelli rasta, così come li ha sempre portati fin da bambino. Davanti al pubblico, prima di cominciare a suonare, si presenta e racconta la sua storia, di quando a 8 anni su tamburi di latta improvvisati nell’officina del padre fabbro, ascoltando ininterrottamente la radio, scopriva il ritmo e la musica, Poi il Maestro di Panicale (Umbria) racconta degli studi al Conservatorio F. Morlacchi di Perugia e dell’incontro fondamentale con il M°Vincenzo Vitale che lo aiuterà ad eliminare i difetti tecnici di gioventù. Mastrini non nasconde neanche la crisi che lo ha tenuto lontano dal suo amato pianoforte per sette anni, portandolo a scegliere un’altra professione e un’altra vita, fino a quando una notte sogna Bach che gli dice di suonare il Preludio in Do maggiore dal Clavicembalo ben temperato al contrario, lui esegue, farà lo stesso con altri celebri brani come Per Elisa di Beethoven e Il volo del calabrone di Rimskij-Korsakov, edè la svolta della sua vita artistica. La sua carriera artistica riprende con vigore fino a raggiungere i grandi successi di vendite in tutto il mondo che lo porteranno a occupare i primi posti nelle classifiche degli album di musica classica più venduti su iTunes e ha totalizzare più di 28 milioni di ascolti su Spotify. La sua schiettezza, la sua storia mi hanno riportato alla mente i versi della poetessa Antonia Pozzi che recitano “a cuore scalzo con laceri pesi di gioia”. La scrittrice milanese li vergò nel 1938, a 26 anni, di lì a poco sarebbe morta, ma in questi pochi versi, tratti da “Luci Libere” (Edizioni Ancora; Poesie scelte dal 1929 – 1938) c’è tutta la poetica di una ragazza della Milano bene che di fronte alla sofferenza della vita degli altri, che nel suo caso erano i poveri della periferia milanese, vuole andare avanti mettendo a nudo il suo cuore, solo così a “cuore scalzo” puoi capire il prossimo tuo. Così “a cuore scalzo” bisogna suonare un pianoforte perché la tua musica arrivi agli altri, le tue emozioni tradotte in nota raggiungano tutti già perché la musica di Mastrini, come la poesia di Antonia Pozzi, è inclusiva, non è elitaria si rivolge a tutti. Non a caso uno dei suoi progetti più interessanti è “fatto” di abbracci (Hugs); nella sua narrativa musicale, infatti, ritroviamo anche l’ossimorica “laceri pesi di gioia”, già perché per comporre “Il Mio Mondo al Contrario”, “Il Profumo della Musica”, “Contrario”, “Terra”, “Fly”, “Essential”, “Heart”, “The Pianist”, “W la vita”, e il suo ultimo lavoro, “Lockdown” devi aver conosciuto il peso di quanto sia difficile conquistarla la gioia ed essere disposto ad accettare il fatto che non durerà a lungo, “lacerandoti” al pensiero che tutte le volte dovrai ricominciare: ma mai arrendersi. Scalzo e in ascolto, ci sarà sempre un “Bach” dentro di noi che potrà sparigliarci la vita. A cuore scalzo Maurizio Mastrini ha suonato a Sorrento, incantando il suo pubblico con l’ausilio del Quartetto d’Archi Sayako Obori (violino), Ylenia Marcucci (violino), Giorgia Bartoccini (viola), Minna Pehkonen (violoncello); un artista che non è dotato solo di tecnica e talento cristallino ma anche di tanta umanità. Un grazie per avercelo fatto conoscere va al Direttore artistico Paolo Scibilia e al Comune di Sorrento.
di Luigi De Rosa
Maurizio Mastrini, pianista
Link uitili: http://www.societaconcertisorrento.it/
Al centro Paolo Scibilia e Maurizio Mastrini con Sayako Obori (violino), Ylenia Marcucci (violino), Giorgia Bartoccini (viola), Minna Pehkonen (violoncello)