Ricordando Ugo Tognazzi

A Villa Fondi, grande accoglienza per Ricky Tognazzi e Simona Izzo ospiti della rassegna “Estate Blu” del Comune di Piano di Sorrento

15 luglio 2022 | 10:05

Piano di Sorrento (NA) Ieri sera sulla splendida terrazza di Villa Fondi con affaccio sul Golfo di Sorrento, nell’ambito della rassegna “Estate Blu” organizzata dal Comune di Piano di Sorrento, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Ugo Tognazzi, sono intervenuti Ricky Tognazzi e sua moglie, l’attrice e doppiatrice, Simona Izzo. I due cineasti hanno dialogato con il giornalista e critico cinematografico Ignazio Senatore, autore del testo edito da Gremese “Ugo Tognazzi”. Dopo i saluti del Vicesindaco Giovanni Iaccarino e il funzionario dott.Giacomo Giuliano i tre ospiti hanno ricordato il grande attore italiano che morì improvvisamente a Roma, a 68 anni, il 27 ottobre 1990, lasciando un vuoto incolmabile nella storia della Cinematografia italiana. Ricky Tognazzi ha ricordato i rapporti di suo padre con i grandi registi con i quali lavorò come Dino Risi, Gregoretti, Marco Ferreri, Lizzani, Zampa, Ettore Scola e tanti altri, la passione di Ugo per la cucina,  gli incontri d’arte culinaria a Velletri e i rapporti con gli altri figli Thomas Robsahm, Gianmarco e Maria Sole. Molto divertente il racconto del suo stesso esordio come regista nel film “Piccoli equivoci” (1989), che rese particolarmente orgoglioso papà Ugo, che in quell’occasione ebbe modo di riconoscere in Ricky un autore e regista di talento. Simona Izzo, dal canto suo, ha ricordato gli aspetti più dinamici e divertenti di una personalità vulcanica, come quella del suocero, sempre pronto a misurarsi con ruoli diversi e non legati ai soliti cliché di inizio carriera. La serata è scivolata via serena, tra uno spezzone di film e qualche simpatica gag tra marito e moglie, con interventi spesso appassionati da parte di un pubblico interessato e colto. Mi piace allegare a questo mio piccolo intervento una biografia di Tognazzi padre per ricordarlo degnamente, attingendo alla cultura cinematografica di Ignazio Senatore. Ugo Tognazzi, all’anagrafe Ottavio Tognazzi, nacque a Cremona il 23 marzo 1922, era figlio di un ispettore assicurativo, il quale, a causa del suo lavoro, lo costringe ad un’infanzia itinerante, con continui spostamenti tra città. Nel 1936,  a quattordici anni, alla fine di questo girovagare con il padre, Ugo torna a Cremona dove le particolari condizioni di vita lo spingono a lasciare gli studi e a trovare impiego come operaio alla Negroni. Sarà all’interno del dopolavoro aziendale che il futuro attore e regista coltiverà la sua passione per il teatro. Il suo inserimento nella locale compagnia filodrammatica lo porta ad intrattenere i commilitoni con l’organizzazione di divertenti spettacoli di varietà. Nel 1945, tornato nella sua Cremona, trova lavoro come archivista. La passione per il mondo dello spettacolo, però, lo spinge a lasciare anche questo impiego e a trasferirsi a Milano, con la ferma intenzione di riuscire a diventare un interprete teatrale. A 23 anni Tognazzi non impiega molto a farsi notare: grazie alla partecipazione, con relativa vittoria, ad uno spettacolo per attori dilettanti organizzato dal Teatro Puccini, viene scritturato dalla compagnia di Wanda Osiris. Non esita ad accettare e, dopo aver pagato una cospicua penale per la rescissione del precedente contratto – che nel frattempo aveva sospeso – prova, con i mezzi che ha a disposizione, a farsi notare dalla “Divina”. La fine della guerra, però, non porta buone notizie: l’impresario che lo aveva ingaggiato sparisce nel nulla e la compagnia della Osiris si scioglie. Lo scioglimento del gruppo, per il giovane Tognazzi, rappresenta una grande delusione. Accusa il colpo, ma grazie al suo indubbio talento riesce ad entrare all’interno di una nuova compagnia teatrale, quella di Erika Sandri: un’esperienza, questa, che lo porta in giro per il paese e che lancia il suo nome nel giro che conta. Trascorrono infatti solo pochi mesi e Tognazzi esordisce dapprima al cinema, con il film I cadetti di Guascogna (1950) di Mario Mattoli, e poi nella neonata televisione (1954), dove lavora in coppia con Raimondo Vianello ad un programma comico. Il duo, formatosi subito dopo il loro incontro, nel 1951, approda sul piccolo schermo con “Un due tre”. Già molto apprezzato dal pubblico, riesce a conquistare anche il favore della critica quando, a partire dagli anni ’60, imbocca la strada della commedia all’italiana. Accanto a mostri sacri come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman, Tognazzi riesce ad emergere interpretando personaggi appartenenti alla produttiva realtà milanese o – più spesso – a quella maggiormente rustica dell’Emilia-Romagna. Lo troviamo così in due film di Alberto Bevilacqua (La Califfa del 1971 e Questa specie d’amore del 1972) e in La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci, interpretazione che gli vale il suo primo importante riconoscimento: la Palma d’Oro a Cannes come miglior attore protagonista. Nel corso della sua carriera, Tognazzi prende parte a quasi 150 pellicole, molte delle quali passate alla storia come veri e propri cult della cinematografia italiana. Basti citare Il federale (1961), La voglia matta (1962) e Le ore dell’amore (1963), ideale trilogia dell’uomo moderno diretta dal suo grande amico Luciano Salce, e in coppia con Vittorio Gassman La marcia su Roma (1962) e I mostri (1963), entrambi diretti da Dino Risi. Ma soprattutto altre due grandi trilogie: Amici miei (1975 e 1982, di Mario Monicelli, 1985, di Nanni Loy) e Il Vizietto (1978, 1980, di Edouard Molinaro, e 1985, di Georges Lautner). La prima è la storia di cinque amici fiorentini che, ormai adulti, esorcizzano i loro problemi personali con scherzi di ogni tipo a perfetti sconosciuti. La seconda è invece l’adattamento di una commedia di Jean Poiret, in cui Tognazzi veste i panni di Renato Baldi, personaggio originariamente interpretato dallo stesso attore francese. Per lui c’è anche il tempo di provare l’esperienza della regia. Sono cinque i film che, oltre che come interprete, lo vedono anche dietro la macchina da presa: Il mantenuto (1961); Il fischio al naso (1966); Sissignore (1968); Cattivi pensieri (1976); I viaggiatori della sera (1979). A questi, poi, si deve aggiungere la serie televisiva FBI – Francesco Bertolazzi investigatore (1970), scritta da Age e Scarpelli e composta da sei episodi.
A cura di Luigi De Rosa

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