Aspettando Patti Smith ricordando Vali Myers

Pompei (NA) Il 26 luglio con inizio alle ore 21 e apertura dei cancelli alle ore 19, all’interno del Teatro Grande di Pompei si terrà il concerto della “sacerdotessa” del rock, Patti Smith, con lei il figlio Jackson Smith alla chitarra, l’amico di lunga data Tony Shanahan al basso e il batterista Seb Rochford. Dopo i Pink Floyd un’altra leggendaria icona della musica internazionale si esibirà a Pompei. Tempo fa con Gianni Menichetti, poeta toscano di nascita e positanese d’adozione, durante una mia visita al Vallone Porto di Positano, quello che lui stesso ha soprannominato il Canyon selvaggio, dove ha vissuto per anni con l’artista bohémien Vali Myers, ricordammo un episodio della giovinezza della “Sacerdotessa delle Volpi”. Vali era tornata negli Stati Uniti, dove era diventata il simbolo di quelle che all’epoca, eravamo nel 1958, Herb Caen, del San Francisco Chronicle, in modo sprezzante etichettò come le “gitane beatnik”, unendo nella crasi “beat-nik”, in altre parole il suo disprezzo per la Beat Generation e per la gente di sinistra, identificata con il satellite sovietico Sputnik. La pittrice e danzatrice australiana era alloggiata al Chelsea Hotel, lo stesso dove viveva Patti con l’attore drammaturgo Sam Shepard. Patti Smith che veniva dalle zone rurali del South Jersey, amava tutto quello che Vali rappresentava, vale a dire uno spirito libero, che aveva vissuto tra i caffè parigini vivendo di arte. L’intesa tra le due donne fu tale che Vali tatuò sul ginocchio sinistro di Patti un fulmine, simbolo di un’altra delle icone della controcultura americana, il capo indiano del popolo Lakota, Cavallo Pazzo, il nativo che nel 1877 aveva sfidato il Governo degli Stati Uniti opponendosi all’invasione dei coloni bianchi della sua terra. Instancabile e sovversiva, Patti Smith, da allora è questo che è stata una sacerdotessa della libertà contro l’oscurantismo di chi ci vuole omologati, privi di spirito critico, passivi e deboli,  e quel tatuaggio lo testimonia ancora oggi. Vera icona del rock vivente, Patti Smith nella sua carriera di oltre quaranta anni ha attraversato il punk diventandone l’icona, analizzato il mondo in tutte le sue forme d’arte, attraverso la musica, la fotografia, la poesia, i romanzi, la pittura e la scultura, lasciando un segno indelebile in ogni sua espressione. Amata, discussa, potente ed idealista, Patti Smith è un vero e proprio mito del rock per tutte le generazioni e, senza dubbio tra gli artisti più influenti di sempre, cantautrice e poetessa di enorme talento, Patti viene spesso citata da illustri colleghi come grande fonte di ispirazione, da Michael Stipe (R.E.M.) a Morrissey e Johnny Marr (The Smiths), da Madonna agli U2 a molti altri, al punto da presenziare alla cerimonia del Nobel per la letteratura al posto di Bob Dylan, per suo espresso desiderio. Brani come “People Have The Power”, “Gloria” (cover del brano dei Them di Van Morrison), “Dancing Barefoot” e “Because The Night” (scritta insieme a Bruce Springsteen) sono vere e proprie pietre miliari della musica e dell’immaginario collettivo.
A cura di Luigi De Rosa

Link Concerto: http://pompeiisites.org/comunicati/patti-smith-pompei/

Patti Smith

Vali Myers e la sua amata volpe, ricordata anche da Patti Smith in un’intervista pubblicata dal Reviews News del 31 marzo 2022