Trasporti marittimi, dal sindacato francese guerra alle deroghe sull’imbarco di extracomunitari sui traghetti italiani.

15 luglio 2022 | 09:09
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Trasporti marittimi, dal sindacato francese guerra alle deroghe sull’imbarco di extracomunitari sui traghetti italiani.

Per i francesi un’accelerazione del dumping sociale nel Mediterraneo causata dagli armatori italiani. Sotto accusa, anche e soprattutto, i sindacati confederali del nostro Paese, avendo accettato all’inizio degli anni 2000, la modifica dell’originario regime del Registro Internazionale Italiano, aprendo in tal modo a determinate condizioni, all’imbarco di extracomunitari a coprire parte dell’equipaggio. La questione evidenziata  in un articolo del quotidiano on line Shipping Italy.it .

Il sindacato francese ha attaccato duramente la richiesta dell’armamento italiano, avallata  dal sindacato confederale di derogare alle regole sull’imbarco di extracomunitari su ro-ro e ro-pax impegnati nel cabotaggio. L’annosa questione viene evidenziata in questi giorni dal quotidiano on line Shipping Italy.it  in un articolo a firma di Andrea Moizo. Per i francesi, una tale iniziativa rappresenta un’accelerazione del dumping sociale (ribasso dei prezzi mediante l’utilizzo di manodopera a costi inferiori e senza tutele sociali) causata dagli armatori italiani nel Mediterraneo. Sotto accusa anche e soprattutto i sindacati confederali, in quanto accettando, all’inizio degli anni 2000, la modifica dell’originario regime del Registro Internazionale Italiano, hanno aperto, a determinate condizioni, all’imbarco di extracomunitari a coprire parte dell’equipaggio di nazionalità italiana. In tal modo si sono create le condizioni per la sparizione dei posti di lavoro che bensì erano chiamati a proteggere. Il severo rimprovero del sindacato francese nei confronti  dei colleghi italiani, tacciati di lassismo ventennale se non vera e propria complicità, continua con una serie di quesiti, ovvero: “perché gli armatori italiani non imbarcano i loro marittimi, quali che siano le loro nazionalità, alle condizioni dello Stato di bandiera e non a quelle del paese di provenienza, come avviene sui traghetti francesi iscritti in primo registro? Perché la penuria di personale navigante, che dovrebbe rappresentare la prima tappa di una rivalorizzazione degli impieghi di bordo a livello europeo e dunque renderli più attrattivi, rischia di diventare al contrario un ulteriore colpo d’acceleratore verso posti di lavoro ‘internazionali’ ancora più precari?”

Porto di Bastia

In caso di deroghe italiane, continua l’articolo di Shipping Italy.it, il sindacato francese chiederà l’interdizione ai porti corsi delle navi di Corsica Ferries e Moby e al porto di Sète di quelle di Grandi Navi Veloci. Lo stesso potrebbe avvenire anche per Ichnusa Lines attiva fra i porti di Santa Teresa di Gallura e Bonifacio. Nel frattempo da parte italiana si  chiarisce che l’eventuale avallo a deroghe all’imbarco di personale extracomunitario non sarebbe in bianco. Il sindacato confederale pretenderà che ogni intervento sia circoscritto, al massimo fino a metà settembre. Inoltre saranno richiesti impegni scritti e immediati da parte ministeriale ad attuare interventi che il sindacato richiede da tempo, da ultimo il rinnovo del Ccnl. Intanto si sono avanzate ulteriori richieste come un maggior numero di sessioni degli esami per gli allievi, al momento costretti ad aspettare 5 mesi fra una sessione e l’altra, oppure la semplificazione all’accesso professionale di molte altre figure. Tali rappresentano soltanto alcune delle varie questioni da anni irrisolte, che dovrebbero rientrare in una più articolata riforma, in primis del Dpr 231/2006 ovvero Regolamento recante la disciplina del collocamento della Gente di Mare.  – 15 luglio 2022 salvatorecaccaviello.

Fonte: Shipping Italy.it